«Umbria tagliata fuori dalle infrastrutture prioritarie»

Confartigianato Imprese all’attacco del governo Conte: «Decisioni che continuano a penalizzare la nostra regione e il ternano»

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di Confartigianato Imprese Umbria

Il decreto Semplificazioni del governo Conte, approvato dal consiglio dei ministri la sera del 6 luglio, individua nel ‘Programma nazionale delle riforme’ all’interno del documento ‘Italia veloce’, le infrastrutture prioritarie che saranno affidate a commissari per velocizzare l’iter di realizzazione. È demoralizzante rilevare che mancano del tutto le opere che omogeneizzerebbero i territori dell’Umbria e che aprirebbero la nostra comunità ad un ruolo di cerniera.

Infatti i collegamenti tra i due mari nel centro Italia, che vengono elevati a valore strategico dal governo Conte, sia su strada che su ferrovia, vengono individuati su percorsi alternativi che aggirano la nostra regione: il governo punta sul collegamento viario Grosseto- Fano e sul potenziamento della via Salaria Roma – San Benedetto del Tronto, in alternativa evidentemente alla Civitavecchia – Civitanova Marche (Ancona). Infatti, nessuna considerazione è stata data al tratto Terni-Spoleto che completerebbe questa via di collegamento, di estrema importanza per la comunità regionale dell’Umbria.

Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, il governo Conte ha scelto di potenziare la ferrovia Roma-Pescara, in evidente alternativa alla Roma-Ancona di cui avrebbe beneficiato il nostro territorio. Ne emerge un quadro pesante per l’Umbria, ed ancor più per l’Umbria meridionale che beneficerebbe solo di riflesso delle opere del Lazio, e in particolare del completamento del tratto viario Civitavecchia-Monte Romano, che però senza il potenziamento del tratto Terni-Spoleto finirebbe per omogeneizzare l’Umbria meridionale non con la settentrionale, ma con il Lazio e quindi proseguirebbe la disarticolazione del territorio regionale umbro.

Le scelte compiute dal governo con il decreto Semplificazioni dimenticano l’Umbria e rischiano di amplificare i problemi che discendono da una regione ‘a due velocità’ che è il risultato di decenni di politiche regionali miopi. Riteniamo che questo sia un tema particolarmente preoccupante per l’intera comunità umbra e invitiamo le istituzioni regionali a far sentire la voce degli umbri di fronte a queste decisioni del Governo che sono in grado di determinare andamenti economici negativi di lungo periodo per i nostri territori.

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