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Home » Ast in divisione Multi-track, Burelli: «No al rinnovo dell’accordo-ponte»

Ast in divisione Multi-track, Burelli: «No al rinnovo dell’accordo-ponte»

di Fabio Toni
24 Settembre 2020
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza, Lavoro
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di Federica Liberotti

Uno spiraglio di luce – la conferma dell’incremento dei volumi per i mesi di ottobre e novembre -, ma soprattutto molte ombre sul futuro prossimo dall’atteso incontro di mercoledì mattina tra i segretari provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb e l’amministratore delegato di Ast, Massimiliano Burelli. Il primo dopo la lunga pausa estiva, a pochi giorni dalla fine, il 30 settembre, dell’anno fiscale e dalla scadenza dell’accordo industriale biennale.

TUTTO SU AST – UMBRIAON

Nodo tempi e somministrati

Sul fronte della vendita del sito – spiegano i sindacati -, Burelli ha illustrato il percorso che vedrà dal 1° ottobre 2020 Ast all’interno di una divisione denominata Multi-track, mentre in merito sia alle manifestazioni informali già comunicate che alle tempestiche non ci sono aggiornamenti: la banca di affari che seguirà il processo e di fatti avvierà il processo di vendita sarà individuata tra ottobre e dicembre, tardando tra l’altro il percorso già annunciato al Mise nel mese di luglio 2020. Le sei sigle ritengono, però, «pericoloso e non accettabile la preclusione dell’azienda nel rispettare i livelli occupazionali previsti», visto anche il non rinnovo di 17 lavoratori somministrati scaduti ad inizio estate e i continui spostamenti del personale, «che aumentano lo stato di preoccupazione e incertezza dei lavoratori». Il reintegro e il rinnovo dei contratti di somministrazione si rendono, invece, sempre a detta delle segreterie «necessari a garantire gli organici tecnologici anche in vista dell’aumento dei volumi e dei futuri assetti industriali».

Inizia percorso con istituzioni

Quanto al rispetto dell’accordo in scadenza il 30 settembre, l’azienda «in riferimento al contesto generale e di vendita non si è resa disponibile a tale soluzione, né ad impegnarsi con un nuovo piano per il futuro». In questo quadro le segreterie territoriali si rendono «indisponibili, al di là del blocco dei licenziamenti, a discutere qualsiasi tipo di ristrutturazioni che preveda esuberi di personale operaio, impiegato e quadri e contestualmente invieranno la richiesta di ultra-attività degli accordi relativamente alla parte economica». Inoltre, spiegano sempre i sindacati, Burelli «non si è reso disponibile a discutere oggi (mercoledì, ndr) i budget produttivi, economici e finanziari come da ordine del giorno della riunione, rinviando la discussione alla metà di ottobre». «A nostro parere – continuano – questa impostazione è ulteriormente destabilizzante per il territorio, lo stabilimento e il sistema dell’indotto, che da troppo tempo lavorano senza un progetto industriale». Le segreterie territoriali ritengono dunque utile in questa fase – a partire da giovedì, quando a palazzo Donini è previsto un incontro con la presidente della Regione Tesei – di «impegnare tutti gli attori deputati a garantire il futuro certo dello stabilimento, con la consapevolezza che la fase di transizione può essere pericolosa se gestita in maniera unilaterale da parte dell’azienda».

Acciaieria ferma da sabato, rsu Cgil polemiche

Intanto sempre mercoledì, la direzione aziendale ha anche comunicato alle rsu dei cambiamenti nella fermata di fine mese del reparto Acciaieria, che si stopperà sabato 26 settembre alle 6 e riprenderà la produzione giovedì 1° ottobre alla stessa ora. «Registriamo ancora una volta l’approssimazione con cui questa azienda opera, nonché la piena mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori che puntualmente perpetra» commentano i delegati di fabbrica. A mettere nero su bianco le proprie critiche all’azienda anche le rsu della Fiom Cgil, che in una nota valutano «con preoccupazione l’attuale situazione di confusione che insiste e persiste all’interno dell’azienda, dovuta sia alle incertezze della pandemia, sia al continuo spostamento di personale da un reparto ad un altro, generando complessivamente una perdita di professionalità nelle aree coinvolte». «Tali scelte unilaterali, dal nostro punto di vista – continuano -, mettono a rischio l’incolumità dei lavoratori». La Cgil porta l’esempio dei lavoratori del reparto treno a caldo, dove si è passati da 15 turni a 18 turni, poi a 21 turni, poi ancora a 18 turni, e adesso a 21 turni. «Quanto avvenuto nel giro di un anno e senza riconoscimenti professionali, lo riteniamo inaccettabile ed offensivo. La stessa cosa per il movimento che ha avuto un aumento di personale, preso dal Tubificio, quest’ultimo definito una volta ‘gioiello’ con relativo indebolimento della capacità produttiva. Corsi, affiancamenti e soldi spesi giustamente per la formazione per poi probabilmente vanificare il tutto con l’ennesimo ritorno del personale da dove è stato preso. Tutto questo – concludono le rsu Fiom Cgil – per non aver voluto confermare 17 contratti somministrati che garantivano gli organici tecnologici sugli impianti».

Tapojärvi prosegue nei suoi progetti

Intanto, prosegue il progetto di recupero delle scorie portato avanti da Tapojärvi, che è «indipedente dal processo di vendita di Ast» e dunque proseguirà comunque per la sua strada: lo ha detto in un’intervista al portale specializzato Siderweb l’amministratore delegato dell’azienda finlandese, Martti Kaikkonen. Superate le difficoltà dovute al lockdown, «i lavori di costruzione e le installazioni del nuovo impianto sono in corso e prevediamo di avere i primi prodottisul mercato entro la fine del 2021» ha assicurato il manager. L’azienda ha già investito circa 20 milioni di euro, altrettanti verranno spesi nel medio termine, altri 10 milioni di euro saranno poi destinati a future attività di ricerca e sviluppo. Aggregati per asfalto efiller per calcestruzzo saranno i primi prodotti ad uscire entro la fine del prossimo anno dall’azienda, che sta lavorando per «ottenere tutte le certificazioni ed i permessi necessari dalle autorità competenti». Quanto alla vendita di Ast, il contratto con Tapojärvi è «vincolante», ha concluso l’ad, e «il possibile acquirente/nuovo proprietariosarà impegnato a sviluppare la gestione delle scorie».

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