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Home » Vendita Ast, polemica sulla nomina di JP Morgan 

Vendita Ast, polemica sulla nomina di JP Morgan 

di Fabio Toni
10 Ottobre 2020
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
L'Ast

L'Ast

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di F.L.

ThyssenKrupp si è affidata alla banca d’affari JP Morgan per portare avanti la procedura di vendita di Acciai Speciali Terni, che – secondo Deutsche Bank – potrebbe fruttare tra i 300 e i 600 milioni di euro e richiamare l’interesse, oltre che di concorrenti italiane, anche di società di private equity: lo ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters, Volkmar Dinstuhl, il top manager responsabile del disinvestimento dagli asset non-core del gruppo. Il manager, nella sua prima intervista, ha spiegato che Tk ha ricevuto manifestazioni di interesse per l’acquisto dello stabilimento ternano.

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Sindacati: «Accelerare per il tavolo al Mise»  

Dinstuhl non specifica quante – finora si è parlato di otto in totale – e aggiunge che Tk punta a vendere o ristrutturare le controllate in crisi nei prossimi due anni, secondo quanto riferito dal manager. «Il nostro obiettivo è quello di trovare una soluzione per tutte le nostre attività nei prossimi due anni» ha detto Dinstuhl alla Reuters, indicando le tempistiche previste da Thyssenkrupp per la ristrutturazione de gruppo. Dunque il processo di vendita dello stabilimento di Terni, pur con i suoi tempi e alle fasi iniziali, è ufficialmente iniziato. Venerdì mattina si è svolto intanto il secondo incontro in programma tra i rappresentanti della Regione e quelli sindacali. Presenti la presidente Tesei, l’assessore Fioroni e il sindaco di Terni Latini, oltre ai segretari territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic Ugl e Usb. Questi ultimi hanno rimarcato «tutte le preoccupazione già espresse inpassato – spiegano in una nota – e rivendicato quanto sottoscritto nel 2019 presso il ministero dello sviluppo economico rispetto all’accordo e la strategicità del sito di Acciai Speciali Terni». Le organizzazioni sindacali hanno espresso «la necessità e l’urgenza della convocazione del tavolo ministeriale». «La Regione – concludono – ha condiviso le preoccupazioni da noi espresse e solleciterà le interlecuzioni già attivate». A causa dell’aggravarsi della situazione sanitaria causata dal Covid le stesse segreterie hanno già riprogrammato le assemblee dei lavoratori, nel pieno rispetto delle normative. 

Lo «sconcerto» di sindacati e rsu

L’incontro di venerdì tra la presidente della Regione e i sindacalisti è stato tra l’altro preceduto di poco da quello tra la stessa Tesei e l’amministratore delegato di Ast Massimiliano Burelli. Ma nulla di quanto reso noto poi dalla Reuters è emerso in quella sede, per questo nel tardo pomeriggio i segretari di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb, insieme alle rsu, si sono fatti sentire, espimendo «profondo sconcerto». Questo «nasce proprio dal fatto che nessuno sapesse nulla, i riflettori che abbiamo acceso già nel mesedi giugno 2020 – scrivono – hanno visto il protagonismo di tanti attori, che nel rassicurarci avevano detto di condividerele nostre preoccupazioni e di monitorare la vicenda». Giovedì, ricordano i sindacati, «nel Parlamento europeo – apprendiamo anche in questo caso dalla stampa- è stata presentata una interrogazione alla commissione Ue e la presidente Margrethe Vestager ha dichiarato, in quella sede ‘di non avere nessuna notifica né informazione specificain merito alla procedura di vendita di Ast Terni da parte di ThyssenKrupp’. Fin dal primo momento come organizzazioni sindacali abbiamo lanciato un grido di allarme, rimastoinascoltato, è evidente che nessuno abbia voluto avere una interlocuzione efficace con la holding che è la vera controparte e che determina le scelte fondamentali». «I margini – concludono le sei segreterie – si stanno stringendo sempre di più ed è ora che la situazione venga presa sul serio da tutti, a partire dal governo italiano che deve aprire subito il confronto, compresa una discussione a livello europeo, che coinvolga le organizzazioni sindacali e Thyssenkrupp, al fine di salvaguardare un asset più volte definito strategico per le sue produzioni e per i livelli occupazionali che determinano ancora il tessuto sociale ed economico della provincia ternana e dell’Umbria».

Nevi: «Fare chiarezza»

Per il deputato di FI Raffaele Nevi è necessario «che la vicenda dell’Ast Terni sia affrontata quantoprima al ministero dello Sviluppo Economico. Spero che il Governo convochi il tavolo con le parti istituzionali e sociali interessate, alla presenza della proprietà di Thyssenkrupp: la situazione attuale infatti, vista anche la scadenza dell’accordo ponte sottoscritto al Mise e l’annunciata vendita da parte della multinazionale tedesca, impone che sia fatta chiarezza su questo importante sito sidurergico strategico, non solo per questo territorio ma per il Paese intero. Giova ricordare che solo Terni vede la presenza di uno stabilimento di inox italiano. Come Forza Italia – conclude – siamo sempre attenti verso gli sviluppi di questo sito produttivo e da parte nostra ci sarà sempre massima attenzione, per questo continueremo a vigilare per il futuro di Ast Terni».

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