di Fra.Tor.
«Piano straordinario per il potenziamento degli organici delle aziende sanitarie umbre; riorganizzazione della rete ospedaliera, con particolare attenzione all’integrazione tra l’azienda ospedaliera e quella territoriale; riorganizzazione e potenziamento dei servizi territoriali (Usca, Mmg, Covid hotel, pediatri); garantire la fornitura e l’approvvigionamento dei Dpi; garantire la sorveglianza sanitaria agli operatori in modo constante tramite tamponi». Sono queste le richieste che continuano a fare Cgil, Cisl e Uil che venerdì mattina hanno organizzato un nuovo presidio all’ospedale di Terni in segno di protesta contro l’immobilismo della giunta regionale.
«La situazione all’ospedale di Terni è grave»
«Le maggiori difficolta che si riscontrano nell’ospedale di Terni, che è la struttura più vecchia dell’Umbria, riguardano il non poter garantire al meglio quelli che sono i percorsi Covid e non Covid», evidenzia Iolangela Cattincosso segretario aziendale Cgil. «Ci sono storiche carenze di personale sanitario, anche perché recentemente abbiamo perso professionisti che si sono trasferiti in altre regioni. In questi anni non e stata fatta una buona politica di reclutamento del personale: il concorso a tempo indeterminato è impantanato per tutta una serie di ricorsi, quindi non avremo per ora personale a tempo indeterminato; è stato indetto un avviso a tempo indeterminato di personale infermieristico, ma in questi giorni si arriva tanto in ritardo rispetto ad una politica assunzionale di personale che poteva essere attuata da anni e sopratutto in questi mesi sapendo che ci saremo ritrovati in questa condizione». In poche parole Cattincosso descrive la situazione all’ospedale di Terni «grave, come in tutte le strutture sanitarie dell’Umbria. Noi operatori stiamo tenendo duro, purtroppo ci stiamo ammalando anche noi, attendiamo disposizioni e supporto da parte della Regione Umbria».
«Siamo saturi e abbiamo allestito altri posti letto per la rianimazione»
«Sono un infermiere della sala operatoria catapultato nella rianimazione Covid per carenza di personale», racconta Nicola Ambrosino segretario aziendale Cisl. «La situazione nell’azienda ospedaliera, come già detto, è di difficoltà perché mancano gli infermieri e sono stati reperiti da altri dipartimenti e messi in rianimazione e malattie infettive per supportare i colleghi e la mole di lavoro che ci siamo trovati in questa emergenza. Molti di noi non sono stai neanche formati e ci siamo ritrovati dalla sera alla mattina a lavorare con pazienti in condizioni molto critiche. Al momento siamo saturi e abbiamo allestito altri posti letto per la rianimazione. Abbiamo sollecitato la direzione generale a supportarci per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale e garantirci controlli continui, con ad esempio i tamponi, affinché non corriamo il rischio di portare il covid a casa».