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Home » Sul caso Dentix indaga anche l’Antitrust

Sul caso Dentix indaga anche l’Antitrust

di Fabio Toni
10 Novembre 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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Il caso Dentix – la catena di ambulatori odontoiatrici che ha chiuso i battenti durante il primo lockdown – continua a tenere banco. Ora è l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, a seguito di numerose segnalazioni fra cui quella dell’associazione di consumatori Codici Terni, a farsi avanti, ipotizzando pratiche commerciali scorrette e chiedendo a tutti i diretti interessati – Dentix in testa, ma anche le finanziarie collegate per l’erogazione del credito ai clienti – dettagliati chiarimenti per accertare come siano effettivamente andate le cose. Di fatto c’è che, oltre alla chisura delle sedi con stop alle prestazioni – anche quelle già avviate -, numerosi clienti si sono visti chiedere comunque le rate dalle società finanziarie che avevano effettuato prestititi connessi alle prestazioni odontoiatriche.

La vicenda

«Secondo le informazioni acquisite ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo e le numerose segnalazioni delle associazioni dei consumatori in indirizzo, pervenute tra il mese di giugno e il mese di ottobre 2020 – scrive l’Antitrust nella sua missiva -, è emerso che i professionisti, nell’ambito rispettivamente dell’offerta dei propri servizi professionali e finanziari, avrebbero posto in essere condotte suscettibili di violare la normativa in materia di pratiche commerciali scorrette. I segnalanti lamentano che i centri Dentix, con particolare riferimento a quelli siti nella provincia di Modena e di Perugia, hanno improvvisamente cessato la propria attività, rendendosi irreperibili nel corso del lockdown e anche nel periodo successivo. Infatti, alla riapertura delle attività, i consumatori hanno inutilmente tentato di entrare in contatto con il professionista per iniziare o proseguire cure dentistiche e odontoiatriche anche urgenti precedentemente concordate, ovvero per risolvere problematiche emerse a seguito delle cure iniziate. I consumatori, tuttavia, hanno continuato a pagare le rate del piano di finanziamento pattuito con varie società finanziarie, senza che le cure e i trattamenti ortodontici previsti siano stati erogati o portati a termine e addirittura, in alcuni casi, senza che siano stati neppure iniziati».

Sconti solo con il finanziamento

«Secondo quanto riferito dai segnalanti – prosegue la missiva -, i consumatori, nel corso del 2020, si sono recati presso le sedi operative di Dentix, al fine di richiedere un preventivo in merito a prestazioni dentistiche e odontoiatriche e/o avviare le relative cure. Inoltre, i consumatori della provincia di Perugia sono  stati raggiunti, presso il proprio domicilio, ovvero presso esercizi commerciali, dai volantini promozionali di Dentix nei quali si vantava la serietà ed affidabilità dell’operatore che pubblicizzava un’ampia offerta di servizi basati su tecnologia all’avanguardia, prezzi bassi, servizi odontoiatrici a 360° con equipe multidisciplinare, centri di proprietà e non in franchising. Tali contenuti sono analoghi a quelli diffusi sul sito internet. Dalle segnalazioni emerge che, presso i centri Dentix, gli addetti formulavano preventivi personalizzati per le cure mediche, rappresentando ai pazienti che avrebbero potuto usufruire di uno sconto consistente, ma solo a determinate condizioni sostanzialmente riconducibili alla stipula di un contratto di finanziamento con una società finanziaria convenzionata con la stessa Dentix, senza possibilità di una scelta diversa».

La chiusura e i disagi

«Nonostante l’attività odontoiatrica fosse consentita per la gestione delle emergenze e dei trattamenti sanitari indifferibili – scrive ancora l’Antitrust sulla base delle segnalazioni -, i centri Dentix hanno chiuso durante il periodo del lockdown e sono rimasti inattivi anche successivamente. Infatti, alla riapertura delle attività, Dentix non ha dato alcun riscontro alle telefonate e ai solleciti scritti dei pazienti che non sono potuti entrare in contatto in alcun modo con il professionista, né hanno potuto recuperare la propria cartella clinica. Nel contempo, però, le società finanziarie hanno continuato a esigere la riscossione delle rate del finanziamento sebbene le prestazioni coperte dal prestito non siano state erogate. I consumatori, per il tramite delle associazioni, hanno ripetutamente e invano richiesto la risoluzione del contratto di finanziamento e il rimborso delle rate già pagate».

Le violazioni ipotizzate

L’Antitrust elenca poi una serie di possibili profili di scorrettezza delle pratiche commerciali e chiede chiarimenti alla stessa Dentix, ma pure alle finanziarie Cofidis, Fiditalia e Deutsche Bank. «In particolare – ipotizza l’autorità garante -, Dentix ha indotto i consumatori ad acquistare i servizi professionali sulla base di una rappresentazione presuntivamente ingannevole delle caratteristiche degli stessi, con specifico riferimento alla loro disponibilità effettiva, nonché all’assistenza post vendita ai consumatori e al trattamento dei reclami. Inoltre ha omesso di fornire in modo chiaro e tempestivo informazioni rilevanti – in ragione della natura dei servizi legati alla salute delle persone – circa l’interruzione dell’attività dei centri dentistici in un contesto reso più difficile a causa del lockdown. In tal senso, non può ritenersi tempestivo il comunicato stampa diffuso dal professionista, attraverso il sito internet, solo a partire dall’inizio di luglio scorso, né esaurienti le informazioni ivi riportate circa l’esito dei solleciti dei clienti. Dentix ha, altresì, omesso di predisporre un sistema di assistenza clienti facilmente accessibile e effettivamente operativo per consentire ai propri pazienti di avere un contatto diretto e rapido con il professionista. Dentix, infatti, non è risultato reperibile al numero 800.330.333 del call center, né sembra essersi attivato per predisporre canali di comunicazione alternativi con i propri clienti. In tal modo Dentix ha ostacolato l’esercizio di diritti contrattuali dei clienti stessi, con particolare riferimento al diritto di proporre reclami e di risolvere il contratto. Sul punto, si aggiunga che anche la mancata possibilità per i pazienti di recuperare la propria cartella clinica può costituire un impedimento all’adozione di scelte economiche libere o comunque un aggravio a carico dei consumatori. Infatti, tale circostanza appare idonea a condizionare indebitamente i pazienti nell’acquisto dei servizi in questione, scoraggiandoli dal rivolgersi ad un altro professionista (soprattutto per completare cure rimaste in sospeso). In conclusione – osserva l’Antitrust – la pratica commerciale riconducibile a Dentix ha ad oggetto condotte e omissioni che, di fatto, appaiono idonee a fornire una rappresentazione scorretta dei servizi offerti dal professionista, ivi inclusa l’assistenza post-vendita, fuorviando le scelte di acquisto dei consumatori, nonché a frapporre ostacoli all’esercizio dei diritti contrattuali dei clienti, con particolare riferimento al diritto di proporre reclami e di risolvere il contratto. I comportamenti descritti potrebbero, altresì, integrare una pratica commerciale scorretta posta in essere da Cofidis, Fiditalia e Deutsche: le società finanziarie, infatti, hanno continuato a riscuotere le rate del finanziamento senza titolo e non hanno proceduto alla risoluzione del contratto di finanziamento stipulato e finalizzato all’acquisto delle prestazioni sanitarie erogate da Dentix, omettendo altresì di prevedere il rimborso delle rate corrisposte per gli interventi non eseguiti. Così facendo, le società finanziarie hanno condizionato il comportamento economico dei consumatori che sono rimasti vincolati alle loro obbligazioni nei confronti dell’istituto di credito». Ora i chiarimenti, alla luce dei quali il procedimento proseguirà verso ulteriori passaggi, fino alle eventuali sanzioni pecuniarie.

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