Un campione assoluto di tutti i tempi ci ha lasciati. Diego Armando Maradona, 60 anni, è morto nella sua abitazione di Tigre (Argentina) per un attacco cardiocicolatorio. A darne notizia per primo – mercoledì pomeriggio – è stato il giornale argentino Clarìn.
Arte pura
‘El Pibe de Oro’ è stato uno dei più grandi calciatori della storia. In Italia – al Napoli – ha lasciato una traccia profonda. Ma i suoi successi e l’amore che la gente ha provato per lui, valicano i confini delle maglie e dei colori. Una figura, quella di Maradona, segnata anche da ombre ma in grado, più di chiunque altro, di infondere una luce unica sul mondo del calcio, fatta di arte, genio, creatività, leggende – come la ‘Mano de Dios’ ai mondiali messicani del 1986 – e tanta umanità. Nella sua carriera, squadre che ha contribuito a trasformare in leggende: Argentinos Juniors, Boca Juniors, Barcellona, Napoli, e poi gli ultimi sprazzi di genio con il Siviglia, Newell’s Old Boys e di nuovo Boca. Ma forse, più di tutte, la ‘sua’ maglia è stata quella dell’Albiceleste – l’Argentina – anche allenata ma soprattutto portata al trionfo mundial in Messico, da dominatore incontrastato della scena calcistica. Anche in Umbria, a Terni, c’è chi ha ancora negli occhi quel ’10’ meraviglioso e quell’amichevole tanto curiosa quanto memorabile fra la Ternana e una selezione argentina capitanata dal genio di Lanus, datata maggio 1989. Più di qualcuno ancora oggi racconta: ‘Io c’ero’. Come coloro che, a Perugia, assistettero ad una delle sue prime uscite italiane con la maglia del Napoli, in Coppa Italia: era il 24 agosto del 1984 e la partita finì zero a zero. Ma Maradona, come sempre, incantò.