Tre persone rinviate a giudizio ed altrettante prosciolte – con sentenza di ‘non luogo a procedere’ – dal gip di Spoleto, nella giornata di martedì, nell’ambito del procedimento penale legato ad una casa di riposo che si trova fra Spoleto e Terni, in zona Molinaccio, per la quale il Comune di Spoleto aveva disposto la chiusura nel settembre del 2018 attraverso specifica ordinanza. I carabinieri del Nas avevano riscontrato un ‘potenziale pericolo per la salute pubblica’, da qui il provvedimento che, secondo la procura spoletina – titolare del fascicolo è il pm Patrizia Mattei – era stato disatteso dai titolari. Elementi poi sfociati nell’indagine e quindi nel processo per i tre che inizierà il prossimo giugno di fronte al giudice monocratico.
Le accuse
Il rinvio a giudizio è stato disposto per un 48enne di Terni, una 32enne di origini romene ed un 69enne originario di Roma, residente a Spoleto. Il primo è accusato di aver tenuto aperta la casa di riposo senza la necessaria autorizzazione amministrativa ed anche di aver coordinato l’attività sanitaria abusiva ad essa collegata – in un immobile attiguo la residenza per anziani -, esercitata insieme alla 32enne. Il tutto senza l’autorizzazione statale prevista. A tutti e tre gli imputati si contesta anche il mancato rispetto dell’ordinanza con cui il sindaco di Spoleto aveva disposto l’immediata chiusura dell’attività ed il trasferimento degli anziani.
Prosciolti in tre
Circa quest’ultimo capitolo, a seguito delle indagini dell’Arma, tre familiari di due donne ricoverate presso la casa di riposo, erano stati indagati per ‘abbandono di persona incapace’. Difesi dagli avvocati Dino Parroni ed Alessandro Tofanelli di Terni, sono stati prosciolti da ogni accusa su decisione del gip spoletino. Gli imputati sono invece assistiti dagli avvocati Gianluca Teglia, Claudio Ragni e Paola Picchioni del foro di Spoleto.