L’andamento dei nuovi casi di Covid-19 in Umbria si conferma in costante riduzione: è quanto emerge dal report sull’andamento dei contagi elaborato dal nucleo epidemiologico regionale aggiornato al 30 giugno.
Valnerina-Norcia, il caso
Dallo studio risulta che l’indice RT, vista la bassa numerosità dei casi, è soggetto a maggiori oscillazioni, mantenendosi comunque al di sotto del valore di 1. Si conferma anche la stabilizzazione verso il basso del tasso di incidenza settimanale regionale (7 casi per 100 mila abitanti) e dei relativi tassi aziendali e provinciali, con la tendenza alla riduzione in tutti i distretti sanitari ad eccezione della Valnerina che mostra un’incidenza più alta (217). Tutti gli altri hanno valori inferiori ai 50 casi per 100 mila abitanti. Un solo comune, quello di Norcia, ha una incidenza superiore a 200 con un cluster che la Regione definisce «ben definito, circoscritto e gestito».
Tutti dati confortanti
Si consolida verso il basso anche la quota dei positivi sui nuovi tamponi, «a conferma dell’adeguata azione di tracciamento dei casi in tutto il territorio regionale». Anche l’andamento regionale dei tassi di incidenza per classe d’età conferma una sostanziale stabilità del dato, sempre inferiore a 50 casi per 100 mila abitanti. Continua la discesa dei ricoveri ordinari e in terapia intensiva e analogo andamento si osserva per i decessi che da giorni sono a zero.
A Norcia la variante è quella brasiliana
«I dati – spiega l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto – sono più che confortanti. Il report fotografa la realtà aggiornata al 30 giugno, ma i dati di oggi 1° luglio sono ancora più buoni con solo 3 soggetti positivi, 1 solo posto occupato in terapia intensiva, 16 ricoveri e nessun decesso. Altro dato incoraggiante arriva dal sequenziamento dei campioni provenienti dal cluster di Norcia che rilevano, per la parte già sequenziata, la presenza di variante brasiliana e non della tanto temuta variante Delta. Alla luce di ciò – aggiunge Coletto -, in previsione dell’autunno sarà opportuno avviare un lavoro di riorganizzazione territoriale per favorire le cure domiciliari e liberare gli ospedali».
Cure domiciliari: «Saranno decisive»
«La lotta al Covid, così come ho sempre sostenuto – conclude l’assessore alla sanità – si vince non solo con l’arma dei vaccini ma con le giuste cure, prime tra tutte gli anticorpi monoclonali. L’attivazione di equipe multidisciplinari e il potenziamento delle Usca saranno la base su cui costruire l’assistenza territoriale che deve necessariamente guardare a modelli integrati che dovranno contare anche sulla telemedicina».