Un garage degli orrori, raccapricciante solo da immaginare. Figuriamo imbattersi in quei materiali e quegli arnesi che lui, 27enne perugino, utilizzava per torturare e uccidere animali, gatti in particolare. Dopo una prima condanna – peraltro definitiva – per aver scuoiato, ucciso e appeso un gatto fuori da un asilo di Castel del Piano, il giovane è stato nuovamente condannato a 15 mesi di reclusione per la vicenda del garage in cui combinava l’indicibile. A riportare la notizia è il quotidiano ‘Il Corriere dell’Umbria‘.
Vicenda allucinante
Dentro quegli spazi gli inquirenti avevano trovato quattro maschere raffiguranti musi di gatti – in materiale organico -, una piccola ghigliottina, strumenti da chirurgo, altri per immobilizzare gli animali e poi resti di gatti messi sotto formalina. La condanna, con il tribunale di Perugia che oltre ad applicare la massima pena consentita per i reati del caso ha anche disposto un risarcimento di mille euro alle parti civili, fa il paio con quella passata in giudicato, a quattro mesi di reclusione, in cui i magistrati della Cassazione non solo avevano già definito il garage come un luogo innegabilmente destinato alla tortura di animali, ma anche evidenziato come nella disponibilità del 27enne vi fossero anche documenti, una sorta di manualistica, sulla decomposizione degli esseri viventi.