«Così non si può andare avanti». Altri problemi e nuova denuncia del Sappe per il carcere di vocabolo Sabbione a Terni: alcuni detenuti hanno distrutto e dato fuoco alla cella. Gli agenti sul piede di guerra.
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Perenne allarme. Le bombolette del gas
A riferire ciò che è accaduto domenica è il segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, Fabrizio Bonino: «Presso la sezione detentiva di media sicurezza, due detenuti, uno italiano e l’altro tunisino, hanno distrutto la cella dove erano ristretti e poi, usando il termosifone come ariete, hanno cercato di aprirla, lanciando alcune bombolette del gas incendiate ed avvolte nella carta nel corridoio della sezione, dando fuoco anche al materasso e ad alcune magliette. La situazione è stata gestita al meglio dal personale in servizio, in particolare dell’ispettore di polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza generale, e da alcuni altri agenti che, seppur smontati dal turno e liberi in caserma, sono immeditamente accorsi per dare manforte ai colleghi in servizio. Questo è quello che debbono affrontare nella vita quotidiana i poliziotti penitenziari di servizio a Sabbione: ed è inaccettabile. Cosa si aspetta a trasferire questi personaggi, uno dei quali già nei giorni scorsi aveva distrutto un’altra cella e sputato ad una infermiera? Il Sappe adesso dice veramente basta. Va bene il rischio del mestiere, ma a questo punto sta diventando sempre più pericoloso fare questo lavoro senza uomini e mezzi appropriati e senza una formazione adeguata», la denuncia. «Gli eventi critici contro gli appartenenti alla polizia penitenziaria di Terni e del resto d’Italia sono aumentati in maniera spaventosa», il commento del segretario generale Sappe Donato Capece. «Da mesi nella struttura detentiva del Sabbione accadono eventi critici – risse, colluttazioni, atti di autolesionismo, aggressioni contro i poliziotti penitenziari – ed ora gli agenti si ribellano», viene sottolineato.