Arvedi: «Aumento e rilancio produzioni». Sindacati soddisfatti

Terni – Primo incontro con rsu e segreterie metalmeccanici, ci sarà un «breve periodo conoscitivo» prima del piano. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb: «Avviato percorso positivo»

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di F.L.

Arriva su un’auto elettrica, che guida lui stesso, indosso una giacca da lavoro con scritto ‘Proud to be Ast’. Giovanni Arvedi si è presentato così alla stampa, giovedì mattina, nel primo giorno di lavoro nella ‘sua’ fabbrica. Dal 1° febbraio è il nuovo proprietario – operativamente presidente – dell’acciaieria di Terni, una realtà che «indirettamente» conosceva già bene, ma che materialmente ha visto da vicino per la prima volta. Per questo, giunto nello stabilimento intorno alle 8, ha poi trascorso la mattinata incontrando dirigenti e tecnici e poi in giro per i reparti, accompagnato dall’amministratore delegato, Mario Arvedi Caldonazzo.

Le parole chiave

«Non siamo mai riusciti a venire nella fabbrica per via delle limitazioni che la Comunità europea ci aveva imposto» ha ricordato il cavaliere. «Dobbiamo imparare il processo che c’è qui – ha continuato -, le limitazioni, i vantaggi, i pregi. Poi presenteremo i nostri piani e le nostre soluzioni ambientali e sociali». Ambiente e sociale, due concetti che il nuovo presidente ha citato due volte, come già fatto nelle prime dichiarazioni ufficiali in occasione della firma di lunedì. «Il nostro impegno di fare dei piani industriali sociali e ambientali – ha detto – merita un attimo di riflessione e conoscenza di ciò di cui stiamo parlando. Non è che si possa costruire su una casa esistente un altro piano se non si conosce bene la struttura e le fondamenta». «Siamo qui per assolvere i nostri impegni» ha concluso, augurando a tutti buon lavoro «per il bene di questa grande, tradizionale e storica fabbrica italiana». Nessuna domanda, ma – ha spiegato – ci saranno occasioni più avanti. Poi nel pomeriggio i primi attesi incontri con i rappresentanti sindacali, a partire dalle rsu, poi i segretari sindacali di categoria e quelli generali.

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Il faccia a faccia con i sindacati

Incontri che – moderati dal consulente Giampietro Castano, vecchia conoscenza di Ast ai tempi della vertenza Morselli – come prevedibile, sono serviti al momento ad un primo approccio conoscitivo e all’enunciazione da parte del cavaliere ai principi generali che ispireranno i nuovi vertici dell’azienda (tra questi avrebbe citato la trasparenza, la condivisione, l’attenzione al lavoratore, alla sicurezza e alla sostenibilità). Per ora, dunque, nessun dettaglio specifico sui piani – probabile che ci vorranno un paio di mesi prima che vengano ufficializzati -, anche se qualche elemento indicativo qua e là è emerso. Come la volontà, o meglio la necessità, di «fare investimenti ed aumentare la produzione» (la capacità massima è di circa 1,4 milioni di tonnellate di acciaio fuso l’anno rispetto al milione attuale, ndr), e un passaggio sulla strategicità delle vecchie produzioni dismesse, che fa subito pensare ad un riferimento al magnetico. All’ad Caldonazzo, è andato invece il compito di illustrare ai sindacati le peculiarità e gli obiettivi del gruppo Arvedi nel suo complesso. Esposizione che, in prospettiva, potrebbe anche essere ricollegata al possibile interessamento verso l’acciaieria di Piombino di cui si è ventilato.

Primo giudizio positivo

«Gli incontri – hanno scritto al termine in una nota congiunta rsu e segretari di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb – hanno riguardato ovviamente la partenza di un percorso e la condivisione dei valori di fondo, dove Acciai Speciali Terni continua a determinare il tessuto sociale ed economico di un intero territorio. Le parti congiuntamente hanno ritenuto necessario di avviare un breve periodo conoscitivo, prima di entrare nel merito di un piano industriale e di sviluppo che consenta l’aumento e il rilancio delle produzioni, della profittabilità e la salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali». Le organizzazioni sindacali ritengono «estremamente positivo» il percorso iniziato e la scelta «di interloquire da subito con i lavoratori e le proprie rappresentanze sindacali». «Infine – concludono nella nota – abbiamo espresso unitariamente come l’attuale fase possa rappresentare una opportunità di crescita e sviluppo per Ast, il territorio e l’intero sistema Paese a partire dal consolidamento degli attuali assetti e che si possa anche andare a recuperare produzioni e mercati persi in passato che hanno indebolito complessivamente il sito ternano. Le sfide future vedono già il sindacato impegnato nell’indirizzo della transizione ecologica, tecnologica e più in generale verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale». Di certo il piglio concreto e diretto del cavaliere ha fatto breccia sui sindacati, che ora si aspettano però conferme dai fatti.


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