Ast, comincia l’era Arvedi tra speranza e fiducia. Attesa per l’arrivo a Terni

Giovedì primo confronto sindacale: mix produttivo, ambiente e sociale le promesse della nuova proprietà

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di F.L.

I buoni propositi, stando alle prime parole ufficiali, non mancano. «Da adesso sono al servizio di Acciai Speciali Terni con l’impegno di renderla una realtà industriale competitiva e ambientalmente sostenibile, attraverso investimenti in impianti e in ricerca e sviluppo». Giovanni Arvedi, neo presidente dell’acciaieria, lo ha scritto nella prima lettera inviata ai circa 2.300 lavoratori di viale Brin. In cui assicura anche che, con l’operazione di acquisto dell’Ast dalla ThyssenKrupp, «rafforzeremo la nostra struttura industriale diventando uno dei principali gruppi siderurgici europei, caratterizzato da un ampio mix produttivo, impianti all’avanguardia, tecnologie innovative e, soprattutto, una profonda cultura aziendale fondata sul rispetto dell’Uomo e dell’ambiente».

Arvedi-Ast: c’è la firma. Ad Caldonazzo, Burelli out. Nel cda Stringhini, Pizzorno e Menecali

Conto alla rovescia

Questi propositi dovranno essere trasformati in fatti. Per questo, ora che il passaggio di proprietà è avvenuto, c’è molta attesa per quanto dirà il cavaliere, insieme al nuovo amministratore delegato di Ast, Mario Arvedi Caldonazzo, nel corso della sua prima visita a Terni. «Il mio intendimento è di incontrarvi presto, e presentarvi il piano industriale, il piano ambientale ed il piano sociale che stiamo predisponendo e che conto di integrare con i vostri contributi» ha scritto ancora il cavaliere. Il primo appuntamento è fissato per il pomeriggio di giovedì, quando è previsto un incontro con le rsu e i segretari territoriali dei metalmeccanici. Non c’è certezza che sia propria questa l’occasione in cui verranno resi noti i dettagli dei progetti del gruppo Arvedi – anzi, più probabile una sorta di presentazione reciproca di intenti -, di certo sarà l’inizio di un percorso che dovrà mettere le basi di un confronto e tracciare le prospettive dell’Ast del futuro.

Terni, da Tk ad Arvedi: ‘ammainata’ la bandiera tedesca in viale Brin

L’arrivederci di Burelli

In fabbrica intanto – se si toglie l’ammainamento della bandiera tedesca, un atto sicuramente dal forte valore simbolico dopo quasi 28 anni – il primo giorno sotto il controllo di Arvedi sembra essere passato senza particolari scossoni. I segretari dei metalmeccanici hanno incontrato l’ormai ex amministratore delegato Massimiliano Burelli per un saluto. Dovrebbe rimanere ancora per qualche giorno in fabbrica, continuerà a lavorare per Ast come consulente. Quanto al nuovo cda, nel segno dell’autonomia della società dal gruppo e della continuità con il passato, come annunciato ne faranno parte (oltre a Giancarlo Stringhini, presidente delle società inox del gruppo Arvedi) i ‘ternani’ Mariano Pizzorno, confermato direttore finanziario, e Dimitri Menecali, direttore di stabilimento. Tra i lavoratori il sentimento che filtra sembra essere quello della fiducia e della speranza per il nuovo corso, sentimenti che ci si aspetta possano essere confermati da quanto metterà nero su bianco la nuova proprietà. Ora, più che mai, chiamata alla prova della verità.

Smeriglio (S&D): «Massima fiducia. Fare presto sul piano industriale»

Così l’europarlamentare Massimiliano Smeriglio (S&D) sull’acquisizione di Ast da parte del Gruppo Arvedi: «Speriamo segni una svolta importante per l’azienda e per tutto il territorio. Le dichiarazioni e gli impegni assunti da Arvedi, infatti, sono ambiziosi: indicano una direzione di sviluppo del sito che ne accresca la competitività a livello internazionale. Lo stesso vale per il tema della sostenibilità ambientale su cui Arvedi ha speso parole importanti. Tale iniziativa di rilancio – spiega Smeriglio – deve innanzitutto permettere il mantenimento dei livelli occupazionali. Speriamo ora che il piano industriale sia velocemente illustrato alle rappresentanze sindacali e che sia coerente con tali aspettative. Siamo fiduciosi che, con serietà e competenza, si lavori per il rilancio degli acciai italiani nel mondo. Bene ha lavorato l’Unione Europea che ha presidiato il closing dell’operazione. Importante l’incontro con il commissario Gentiloni in cui è stato affrontato un tema cruciale per l’occupazione: quello dell’armonizzazione della struttura complessiva del Gruppo. Vigiliremo affinché si possano velocemente fornire tutte quelle informazioni e garanzie necessarie nell’interesse di un territorio così prezioso per l’Italia e l’Unione Europea».

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