di S.F.
L’Ater cede alcune porzioni – l’unico offerente è stato Massimiliano Conti, ne ha parlato l’assessore al bilancio Orlando Masselli nel corso dell’ultimo question time – per 326 metri quadrati lordi a 220 mila euro e il Comune di Terni ci tira su qualcosa. Motivo? Lo svincolo parziale del vincolo di destinazione per l’edilizia residenziale pubblica. La cifra sfiora i 90 mila euro euro.
NOVEMBRE 2022, ATER LANCIA IL BANDO: SI PROVA A FAR CASSA

Il passaggio tecnico: giù gli alloggi popolari
La storia nasce nel novembre 2011 quando il consiglio comunale delibera l’alienazione ad Ater del primo e del secondo piano dell’ex convento di San Pietro. Il contratto di vendita arriverà sei anni dopo, l’8 giugno 2017: fu stabilito un vincolo di destinazione per gli alloggi popolari e, in caso di violazione, un indennizzo di 335 mila euro. Bene, undici anni dopo il tema è tornato d’attualità a causa del bando Ater per l’eventuale cessione di poco più di 300 metri quadrati ai privati e, di conseguenza, la diminuzione delle abitazioni popolari da dodici a nove. Da qui la valutazione.
IL ‘RESTYLING’ ATER PER L’EX CONVENTO DI SAN PIETRO: PROROGA IN VISTA
QUALI SONO LE PORZIONI IMMOBILIARI COINVOLTE
Il responso
Ci ha pensato l’ufficio patrimonio della Daf – il rup è l’architetto Angelo Baroni – a comunicare la valutazione di un indennizzo di poco oltre gli 80 mila euro, «proporzionale alla riduzione degli alloggi attesi, fermo restando il vincolo agente sull’interezza dell’immobile di proprietà Ater e non già sui singoli alloggi realizzati». Alla fine dei vari conteggi la somma finale è di 86.604 euro. Se ne occupa la dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci. Di certo dovrà essere informata la soprintendenza dell’Umbria considerando il valore e la storia del bene.