Il ciclone dell’elezione di Stefano Bandecchi a sindaco di Terni ha traumatizzato il centrodestra e sta mandando in subbuglio la politica umbra in vista degli importanti appuntamenti elettorali del 2024, con le amministrative di primavera e le regionali in autunno. In provincia di Terni il Comune più importante che andrà al voto è quello di Orvieto, guidato dal sindaco Roberta Tardani, presidente regionale del movimento Civitas ispirato dall’assessore Paola Agabiti e sostenuta dai partiti del centrodestra.
Orvieto: la Tardani c’è. La coalizione è un cantiere
Anche nella città del duomo gli equilibri dentro la coalizione sono mutati dopo le politiche dello scorso anno con Fratelli d’Italia che è diventata la prima forza in termini di consensi (ma in consiglio comunale ha un solo rappresentante, il presidente Umberto Garbini) a scapito della Lega che ancora può contare su una pattuglia di due assessori e quattro consiglieri. Le tensioni con i salviniani, dopo le dimissioni dell’allora vicesindaco Angelo Ranchino nel febbraio 2021, sono via via scemate e quasi narcotizzate dalle debacle elettorali degli ultimi due anni mentre le velleità di FdI si sono infrante sugli assetti che erano usciti dalle urne nel 2019. Nel corso della consiliatura la lista del sindaco ha perso un consigliere (Alessio Tempesta), non tanto per questioni politiche quanto per le polemiche legate alla realizzazione del nuovo canile, ma ha recuperato Beatrice Casasole che per qualche mese era transitata verso Fratelli d’Italia. In questo contesto, il ‘caso Terni’ e la diatriba sul Latini-bis avrebbero rafforzato la ricandidatura della Tardani che può vantare anche un buon consenso personale e pubblicamente si è detta pronta a correre per il secondo mandato.

Centrosinistra: si sfoglia la margherita per individuare il candidato
Nel fronte alternativo alla sindaca le manovre in vista del voto sono cominciate anche se la situazione sembra piuttosto frammentata. Il Partito Democratico fatica ancora a rimettere insieme i cocci dopo la sconfitta del 2019, in questi anni ha cambiato due segretari con l’ex consigliere comunale Flavia Timperi (che qualche ‘saggio’ del partito aveva individuato anche come possibile candidata a sindaco) durata appena un anno. Oggi la guida è stata affidata ad un altro ex consigliere comunale, Maurizio Talanti, che secondo i rumors potrebbe però presto lasciare. Peraltro l’attuale segretario non ha sostenuto la mozione Schlein all’ultimo congresso. Tra i sostenitori invece c’era l’ex vicesindaco e consigliere comunale Cristina Croce che ambisce a contendere la fascia tricolore alla Tardani ma non trova ancora il sostegno compatto del partito, come del resto gli altri nomi che circolano: dal giornalista Rai ed ex consigliere provinciale dell’Italia dei Valori Giorgio Santelli al medico Leonardo Pimpolari, fino al ritorno dell’ex sindaco Giuseppe Germani e di Fausto Prosperini, già assessore regionale con il Pci e segretario provinciale dei Ds.

‘Movimenti’ orvietani
Tra gli schieramenti si muovono i Civici X di Andrea Fora che ad Orvieto contano sul consigliere comunale Franco Raimondo Barbabella, primo cittadino negli anni ’80 e di nuovo candidato a sindaco nel 2019. Un nome circolato negli ultimi mesi sarebbe quello dell’attuale presidente della Fondazione Faina che sulla Rupe gestisce il museo etrusco, Daniele Di Loreto, la cui collocazione politica almeno a livello locale sembra quantomeno ondivaga avendo sostenuto nel 2014 l’allora sindaco del Pd Germani e nel 2019 la sindaca del centrodestra Tardani. Le indiscrezioni sul lavorìo di incontri si susseguono quasi quotidianamente ma l’appuntamento pubblico, organizzato dai Civici X per discutere di un progetto di riqualificazione della caserma dismessa di Orvieto, sarebbe un segnale. All’iniziativa era annunciata la presenza anche il presidente del consiglio comunale di Orvieto, il meloniano Garbini, al quale Di Loreto starebbe peraltro strizzando l’occhio da tempo probabilmente per garantirsi la riconferma alla guida della Fondazione in via di scadenza (che dipende dalle nomine del Ministro della cultura Sangiuliano) o per mettere i bastoni tra le ruote alla ricandidatura della Tardani, insinuandosi tra le voglie di conquista di un pezzo di Fratelli d’Italia. Ma la lezione-Bandecchi sarà stata d’insegnamento per il centrodestra?