Riceviamo e pubblichiamo
di Daniele Venturi
Sono un amante della montagna. Alle volte, da buon ternano, anziché ambire alle alte cime, mi piace fare due passi giusto dietro casa, dritto verso ‘la Croce’. Un percorso facile ma assolutamente piacevole sia per la vista di Terni che pian piano regala, un passo dopo l’altro, sia per i profumi di macchia mediterranea che offre per rinfrancare i polmoni di chi, abituato ai miasmi d’ogni genere e sorta, decida di ‘uscire a riveder le stelle’ lasciandosi i veleni della conca alle spalle, seppur per qualche decina di minuti.
Anche domenica 28 luglio, un giorno a caso tra infiniti altri, sono uscito di buon mattino verso la meta, per una volta senza velleità di migliorare il tempo dell’ascesa precedente, ma con l’intento di accompagnare una bambina alla sua prima esperienza di montagna. Non starò a raccontare la gioia del raggiungimento del traguardo della novizia, perché sarebbe troppo facile e scontato. Voglio invece condividere il suo sconcerto e la mia rabbia di fronte all’ennesimo esempio di inciviltà di alcune persone.
Nel discendere lungo il percorso, poco prima d’incontrare uno dei gradoni creati per agevolare il passaggio, poggiando un piede su del pietrisco smosso, ho trovato prima uno, poi due, poi un mucchio di cartucce calibro 12 usate e abbandonate. Alcune sepolte, altre semplicemente buttate in mezzo ai rovi. Ora, io non ho problemi con i cacciatori. M’inquieto molto, invece, con le ‘deiezioni umane’ che, andando a caccia nei boschi, non abbiano niente di meglio da fare che inquinare l’ambiente lasciando in giro dei rifiuti, le cartucce usate, il cui smaltimento, come da normativa vigente, è obbligatoriamente in capo a chi li crei.
Credo che al menefreghismo e alla mancanza di senso di vergogna non vi sia limite. Quel che mi dispiace è aver visto la delusione negli occhi di chi, a nove anni di età, educata al rispetto della natura, abbia colto con mano la maleducazione di certuni, che definire ‘cittadini’ sarebbe oltraggioso nei confronti dei meritevoli di tale scontato appellativo.
Ad ogni modo, ho raccolto il ‘lascito’ e l’ho portato a casa con me (nonostante non avessi idea di quale fosse il giusto modo per smaltirlo). Credo che fintantoché il relativismo nei riguardi dell’etica e della legge non sarà reindirizzato verso una maggiore severità nei confronti dei trasgressori e finché il ‘perdonismo’ dilagante non sarà rivisto in senso restrittivo dall’autorità, casi come questo, o magari più gravi, continueranno a ripetersi senza speranza di risoluzione. Annichilendo suo nascere gli auspici di un mondo migliore, non tanto e soltanto in chi porti qualche capello grigio, ma quanto e soprattutto in chi abbia davanti una vita lunga e piena di giuste aspettative.