di S.F.
Dal 26 luglio 2013 ad oggi, più di un decennio dopo. Il Comune di Terni ha deciso di rimettere mano ad un altro schema consolidato che, seppur ‘defilato’ rispetto ad altri, ha una sua rilevanza in termini economici, di tessuto urbano ed anche estetici: parte l’iter per il regolamento comunale sulla pubblicità e delle affissioni che, come detto, risale all’era Di Girolamo. Nel contempo periodo transitorio di un anno.
Del tema se ne doveva parlare mercoledì mattina in III commissione – e così è stato alla presenza dell’assessore Marco Iapadre e del funzionario con elevata qualificazione Stefano Carloni – ma, alla fine, c’è stato il rinvio per approfondimenti. Lunedì il nuovo appuntamento. In sostanza il Comune ha avviato la modifica del regolamento comunale del 2013 riguardante anche l’applicazione dell’imposta sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni. Tutto ciò tenendo conto «della necessità di disciplinare in relazione al processo evolutivo in atto la deroga per l’istallazione dei mezzi pubblicitari aventi messaggio variabile entro i centri abitati, con i poteri regolamentari di competenza del Comune». Dell’istruttoria se ne occuperà un gruppo di lavoro interdirezionale decretato dal direttore generale Claudio Carbone.
Ciò acccade perché il Comune non ha aggiornato il piano generale degli impianto ed è oltretutto «priva del piano delle affissioni, circostanza che ha generato contenzioso». Di mezzo giocoforza c’è il canone unico patrimoniale (approvato nel 2021) e l’incidenza delle iniziative in questione su arredo, tessuto urbano e ambiente: palazzo Spada, come noto, deve autorizzare tutto. C’è anche un altro fattore tirato in ballo: «Il Comune di Terni, da tempo, non ha provveduto ad indire procedure ad evidenza pubblica al fine di concedere l’autorizzazione all’istallazione di cartelli pubblicitari su suolo pubblico». Sì, perché lo prevede l’articolo 28 del regolamento comunale. E finora come ci si è mossi? Consentita l’installazione di mezzi pubblicitari solo a chi poteva posizionarli su suolo privati, mentre per gli altri c’è stato l’ok alla proroga delle autorizzazioni vigenti. Peccato che nel contempo non si sia pianificato.

Ora scatterà quindi una verifica generale degli impianti pubblicitari e parapedonali «al fine di sostituire quelli vetusti e obsoleti, non superabili con la manutenzione». Con l’obiettivo – si legge nel documento istruttorio preparato dal dirigente Federico Nannurelli – di «consentirne un miglioramento del layout e al tempo stesso un maggiore utilizzo da parte degli utenti, con riflessi economici positivi per l’ente». Tra gli input anch equello di valutare l’impiego di nuove tecnologie per migliorare l’appeal e procedere con una progettazione di riordino degli impianti.
Dall’approvazione in consiglio comunale scatteranno dunque i 12 mesi di disciplina transitoria. L’istruttoria riguarderà anche il piano delle affissioni anche «con riferimento all’affissione di manifesti contenenti comunicazioni istituzionali e attraverso strumenti utili per assicurare l’affissione di manifesti contenenti comunicazioni aventi finalità sociali, politico-sindacale, comunque prive di rilevanza economica, attraverso l’utilizzo di forme alternative». Durante l’anno in questione il Comune potrà valutare la possibilità di autorizzare nei centri abitati i mezzi pubblicitari aventi messaggio variabile non inferiore a 10 secondi.