di S.F.
Non solo il Tar dell’Umbria e la cosiddetta acquisizione sanante – del tema ne abbiamo parlato nei mesi scorsi – da oltre 200 mila euro. Per il Comune di Terni la vicenda dell’occupazione di parte di via del Maglio continua a creare grattacapi e anche discreti movimenti per le casse: c’è un nuovo debito fuori bilancio da 185 mila euro, questa volta legato ad una sentenza esecutiva della Corte di appello di Perugia registrata lo scorso 19 dicembre e firmata dal presidente Claudio Baglioni. Se ne parlerà lunedì in consiglio comunale.
LA BAGARRE AGRIND-COMUNE: ACQUISIZIONE SANANTE E DEBITO FUORI BILANCIO DA 234 MILA EURO

Il tema base è lo stesso di sempre, ovvero l’occupazione sine titulo – per questo motivo l’ente si è mosso con l’acquisizione sanante – del Comune dell’area di fronte all’attuale edificio Mediaworld. E per un bel po’ di anni considerando che la contesa riguarda gli anni dal 1999 in avanti: tutto nasce da due delibere del 18 febbraio 1997 e 18 marzo 1998 con le quali l’amministrazione dell’epoca approvò il progetto esecutivo per il recupero e la riqualificazione delle aree industriali di via del Maglio. Con decisione di acquisire un totale di 1.166 metri quadrati dalla Agrind Export.
IL TAR PER LA PARTITA COMUNE-AGRIND

Occupazione d’urgenza e ultimazione dei lavori il 2 maggio 2001. Tutto ciò senza che il procedimento espropriativo dalla Agrind fosse formalmente concluso. Da qui ne è nata la contesa tra la società – ora in liquidazione – e il Comune di Terni con passaggi al tribunale di Terni, Corte di appello di Perugia e Cassazione: quest’ultima ha cassato la prima sentenza di II grado e, lo scorso dicembre, è arrivato l’ulteriore giudizio della Corte di appello di Perugia. Gli avvocati coinvolti sono stati Giovanni Ranalli per la Agrind – di mezzo il liquidatore e legale rappresentante Alessandro Marcelli – e Paolo Gennari per il Comune.
GIUGNO 2022, LA BATTAGLIA TRA IL COMUNE E AGRIND PER VIA DEL MAGLIO
Cosa è stato sentenziato? L’avvenuta acquisizione al patrimonio del Comune di Terni e la condanna di palazzo Spada al pagamento di 46.460 euro oltre rivalutazione monetaria dall’8 febbraio 1999 fino al 5 dicembre del 2024. Non esattamente spicci. L’atto è esecutivo e ora l’ente, per evitare guai, passa al riconoscimento del debito fuori bilancio. Con tanto di variazione di bilancio applicando l’avanzo di amministrazione. Totale? 185 mila euro di risarcimento danni per l’occupazione illegittima. L’atto dell’assise sarà poi trasmesso alla procura contabile della Corte dei conti.