Tre anni di reclusione: questa la condanna inflitta mercoledì dal gip di Terni Barbara Di Giovannantonio, con le modalità del rito abbreviato, nei confronti di un 57enne ternano, accusato di maltrattamenti verso l’ex moglie 53enne e la figlia 18enne, del furto dell’auto della donna e di lesioni personali aggravate nei confronti della ragazza. Il giudice ha accolto la richiesta formulata in aula dal pm Raffaele Pesiri, disponendo anche provvisionali pari a 5 mila euro – per ciascuna parte – nei confronti dell’ex moglie e della figlia.
La brutta vicenda familiare era emersa a fine maggio del 2024 a San Gemini, a seguito dell’intervento e delle indagini condotte dai carabinieri del locale comando stazione, con il 57enne che aveva dato pesantemente in escandescenze, tentando di aggredire la donna, causando lesioni lievi alla figlia, danneggiando diversi oggetti in casa. Il tutto in un crescendo di offese e pesanti minacce che erano andate avanti fino a notte fonda, quando l’uomo aveva ripetutamente tentato di rientrare nella casa dell’ex da dove si era allontanato, peraltro a bordo dell’auto della donna – da qui la contestazione di furto – di cui aveva una copia delle chiavi.
Le indagini dell’Arma sangeminese hanno fatto emergere che i due si erano separati nel 2019 – e diverse ‘turbolenze’ nel rapporto coniugale c’erano state anche in precedenza – e poi la donna lo aveva accolto nuovamente in casa nel 2023, per venire incontro all’ex marito in ragione di alcune serie problematiche di salute. Per un po’ non c’erano stati problemi ma poi, fra marzo e maggio del 2024, gli atti violenti erano ripresi con una cadenza preoccupante, tale da prostrare profondamente il nucleo familiare.
Fino alla serata di fine maggio in cui erano avvenuti gli episodi peggiori e, per primi, finiti all’attenzione di carabinieri e autorità giudiziaria, con l’applicazione verso il 57enne della misura del divieto di avvicinamento alle due persone offese. Nel contesto del procedimento penale, la donna e la figlia si sono costituite parti civili attraverso le avvocatesse Federica Grimani e Silvia Gentili. Scontato l’appello da parte dei legali dell’uomo che ha chiesto di scontare la pena attraverso il lavoro sostitutivo.