di Montagne Misteriose
Bentornati su Montagne Misteriose e sulle nostre ‘indagini’. In questa primavera appena giunta, siamo venuti ad esplorare la Valserra, all’altezza di Rocca San Zenone. Si tratta di un’area dell’Umbria sita nella quasi totalità nel comune di Terni, così denominata perché percorsa dal torrente Serra.
Il torrente Serra è uno dei principali affluenti del fiume Nera, nel quale si getta presso Terni dopo circa 17,3 km di percorso. Il Serra è il secondo corso d’acqua di Terni e dà il nome alla città. ‘Interamna’, infatti, vuol dire ‘tra due fiumi’, ovvero Il Nera e il Serra.
Il territorio, compreso tra i crinali dei monti Martani (meridionali) a sud-ovest e i monti Acetella, Calvo e Cecalocco ad est, costituisce un corridoio naturale tra la Conca ternana e Spoleto, con piccoli paesi caratterizzati da torri di guardia che vi si affacciano.
Il territorio costituisce un ambiente omogeneo da un punto di vista storico-culturale. La valle si presenta come un naturale collegamento tra la Conca ternana e Spoleto, parallela ed alternativa alla valle del Tessino percorsa dalla Via Flaminia: fin dall’antichità essa venne utilizzata a questo scopo, come testimoniano i numerosi reperti e toponimi di origine romana che attestano la frequentazione della zona in quest’epoca.
È il Medioevo, tuttavia, il periodo che ha ‘segnato’ l’assetto della valle secondo dinamiche insediative dimostratesi valide fino al secolo scorso. L’incastellamento, che condusse alla formazione di una serie di piccoli centri per lo più fortificati, in alternativa alla città, forma privilegiata dell’abitare del tardo impero romano, è un fenomeno che interessò anche la valle del Serra: castelli e villaggi costellano le pendici dei rilievi, sorgendo in relazione ai pericolosi viarii di mezzacosta (Acquapalombo, Appecano, Polenaco), in prossimità di torri d’avvistamento o altre più complesse strutture difensive (Acquapalombo, Battiferro, Poggio Lavarino), oppure in relazione a edifici di culto (Polenaco, Appecano) o a preesistenze di età romana (Porzano).
Tutto il territorio considerato, ad eccezione di Battiferro, Cecalocco e Rocca San Zenone, era compreso nel vasto feudo noto come Terre Arnolfe, dal nome del dignitario imperiale al quale si vuole fosse assegnato in origine. Nella divisione amministrativa del XIV secolo, appartenevano al castellato di Castiglione delle Terre Arnolfe anche una serie di insediamenti oggi del tutto scomparsi come Rivosecco, Perocchio, Castiglione. Nella documentazione di età medievale, Rocca San Zenone risulta invece legata al comune di Terni; dal comune di Spoleto dipendevano i territori di Cecalocco e Battiferro. Ancora oggi, come un tempo, tutto il territorio, ad esclusione di Rocca San Zenone, è parte integrante dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia.
L’antica fornace
Sita all’imbocco della Val di Serra, Rocca San Zenone, da sempre sotto il dominio ternano, la fornace rappresentava l’avamposto di guardia nei confronti delle Terre Arnolfe e del potente comune di Spoleto.
Dalle Riformanze del comune di Terni si apprende che l’11 maggio 1421 il Consiglio si occupa del restauro delle mura cittadine e stabilisce che i castelli di Papigno e Rocca San Zenone approntassero una fornace per la calce, da destinare esclusivamente a tale scopo. La fornace di Rocca San Zenone è ancora ben conservata, la si incontra salendo in direzione di Spoleto e prendendo la prima strada sterrata sulla destra.
(Fonti documentative – L. Silvestri – Antiche riformanze della Città di Terni – Terni 1997)
L’antico mulino
La sua costruzione risale al XVI secolo. Era una mola da olio e da grano, alimentato dal torrente Serra. Oggi del molino rimane le pareti perimetrali e il ponte di accesso. Per quel poco che si riesce a vedere tra la vegetazione, si può capire che era di due piani: al piano terra i molini al secondo l’abitazione.
(Fonti: ‘I luoghi del Silenzio’; Wikipedia)