di S.F.
Il lavoro dell’avvocatura comunale finisce al centro dell’attenzione del consiglio odierno. Motivo? Il dibattito sull’ulteriore debito fuori bilancio dell’ente per via della vicenda di via del Maglio – ad essere pagata deve essere la Agrind srl in liquidazione – e dell’occupazione illegittima nel corso del tempo. A parlarne sono stati il vicepresidente dell’assise Raffaello Federighi (AP) e il sindaco Stefano Bandecchi.
IL NUOVO DEBITO FUORI BILANCIO PER LA VICENDA DI VIA DEL MAGLIO: 185 MILA EURO
LA BAGARRE AGRIND-COMUNE: ACQUISIZIONE SANANTE E DEBITO FUORI BILANCIO DA 234 MILA EURO

L’avvio della discussione porta la firma del vicesindaco Riccardo Corridore che, in breve, ha spiegato il perché l’ente deve attivarsi in questo modo. Dopodiché ha preso la parola Federighi: «C’è una preoccupante – le sue parole in aula – reiterazione di soccombenza in cause civili. Fisiologico, ma preoccupante. Ci sono cause di natura civilistica che, a mio avviso, possono essere risolte con soddisfazione reciproca con ipotesi transattive».
LE TRANSAZIONI STRAGIUDIZIALI PER LE BUCHE

Poi si è giunti al dunque: «L’attività dell’avvocatura, sicuramente meritoria, non produce però risultati positivi. Ed è un aspetto che andrebbe attenzionato. Inoltre in commissione ho sentito dire una cosa che non mi trova concorde, ovvero che l’attività dell’avvocatura è sottratta al controllo del consiglio. Inesatto. C’è pieno potere di farlo, senza esercitare né pressione né invasioni di campo. Valutarla – ha concluso – nella forma e nei modi opportuni perché si gestiscono problematiche che riguarda il denaro dei cittadini».
DICEMBRE 2023, IN COMMISSIONE FOCUS SU CAUSE E CONTENZIOSI

L’unico a parlare oltre a Federighi è stato il primo cittadino. Che, tuttavia, ha in qualche modo fatto ‘scudo’ agli avvocati dell’ente: «Interessante. In realtà, per arrivare all’avvocatura, ci sono una serie di passaggi. Succede qualcosa, non si trova una soluzione e qualcuno non si assume la giusta responsabilità. Si apre uno spaccato sul lavoro dei dirigenti, si devono assumere di più le loro responsabilità. Dopo la legge Bassanini, sono i veri comandanti della nave: decidono, fanno e sfanno. E poi ci mettono davanti a delle decisioni: dovrebbero essere solo politiche, spesso invece diventano tecniche. Mandano la ‘praticuccia’ dagli avvocati, sono altri dipendenti comunali. Il sistema è farraginoso – ha concluso – ed è in mano alla dirigenza. Il governo centrale, qualunque esso sia, dovrà decidere di riportare alla politica il comando della situazione». Fine della storia. Esborso da 185 mila euro approvato.