A Collestrada il teatro dialettale detta legge

Torna in scena la compagnia ‘Teatrodicolle’: ogni sabato sera fino al 26 marzo con ‘Ci vediamo giovedì’ di Walter Toppetti

Condividi questo articolo su

di Simona Panzolini

Per gli amanti del teatro dialettale in perugino e del genere brillante, torna sul palco, nel piccolo teatro del borgo medioevale di Collestrada (info 368.7892620), la compagnia ‘Teatrodicolle’ con lo spettacolo di cabaret ‘Ci vediamo giovedì’, regia di Walter Toppetti. Si tratta di uno pettacolo in sei atti in cui i personaggi sono protagonisti di scene di vita quotidiana, alle prese con situazioni esilaranti dei tempi moderni e nelle quali lo spettatore si rispecchia vivendo la routine di uomo ‘comune’.

Una lunga storia

Storica e di grande esperienza è la compagnia ‘Teatrodicolle’, composta da una ventina di attori amatoriali e nata ufficialmente a Collestrada oltre quarant’anni fa, esattamente nel 1975 quando un ristretto gruppo di giovani del quartiere scelse il teatro come unico momento di aggregazione giovanile nella periferia perugina. La direzione artistica è affidata a Walter Toppetti, regista, autore e sceneggiatore degli spettacoli, che di mestiere fa il professore di filosofia in un liceo perugino.

La quotidanità va in scena

«Nei nostri spettacoli – sottolinea Toppetti – le tematiche affrontate sono da sempre rivolte all’individuazione ed alla trattazione, in chiave satirico-grottesca, del disagio e dei problemi sociali più diffusi. L’intenzione primaria è rivolta alla ‘scoperta dell’ovvio’, orientando l’interesse verso l’osservazione diretta e l’analisi dell’uomo qualunque, o meglio ‘normale’, inserito nel proprio microcosmo fatto di piccole cose. L’uomo della strada, sempre immerso nei suoi problemi e piccoli drammi quotidiani, nei suoi malesseri, afflitto da mille stress e psicosi personali e collettive, da molteplici contraddizioni ed incongruenze, conflitti interiori generati dai contraccolpi negli assetti sociali, provocati dalla modernizzazione e dai frenetici processi di mutamento in atto. In un contesto – prosegue il direttore artistico – dove non esistono più classi ben definite, dove gli antichi valori morali e tradizionali vengono regolarmente sconvolti e vanno destrutturandosi e rifunzionalizzandosi ai nuovi modelli socio-economici. È proprio qui che la compagnia ‘Teatrodicolle’ sofferma la propria attenzione sui conformismi, sui gesti, sui comportamenti, sugli atteggiamenti che si finisce per assumere senza domandarsene i motivi».

Il ruolo del gergo

Grande interesse è rivolto anche al recupero ed alla conservazione della lingua e del patrimonio culturale e tradizionale umbro. Il gruppo, infatti, ha sempre dedicato grande attenzione a tutto ciò che attiene alla cultura popolare, impegnandosi in un lavoro di ricerca e raccolta di leggende, fiabe e novelle tramandate oralmente, ricavandone sceneggiature e soggetti originali per spettacoli teatrali. Il linguaggio adottato, generalmente, non è tanto il dialetto, quanto i vari tipi di ‘gergo’, cioè quelle particolari forme espressive individuate dalla moderna linguistica ed adottate singolarmente dalle diverse culture e sub-culture come mezzi di comunicazione propri di specifici gruppi di persone. Il ‘gergo’ viene così ad assumere un’importante funzione di collante, contribuendo a creare l’identità di un gruppo. È in questa chiave che una specifica forma di linguaggio può essere utilizzata per definire ed identificare meglio un personaggio rappresentato in un’opera teatrale, intendendo il dialetto o il gergo non come teatro di serie B ma teatro a tutti gli effetti.


Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli