‘Maestri d’ascia e di terra – Sculture restaurate nel Reatino tra Medioevo e Rinascimento’ è un interessante volume che raccoglie schede e documentazioni relative ad opere d’arte di grande interesse storico artistico e antropologico di un’area assai vasta del centro Italia. Giuseppe Cassio, l’autore, è ternano e storico dell’arte del ministero della Cultura in servizio presso la soprintendenza Abap per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti. A suo carico, numerosi contributi editoriali ed espositivi all’iconografia cristiana, alla produzione artistica umbro-sabina e alla cultura figurativa francescana con recenti aperture su tematiche connesse al Barocco romano.
Nel volume, quello che a noi interessa in modo particolare, sono alcune schede relative ad opere d’arte presenti nel territorio della Valnerina, come la ‘Virgo Lactans’ nella chiesa di Santa Maria Assunta in Arrone. Ma ciò che più ci interessa è il San Sebastiano presso la chiesa collegiata di Santa Maria a Matterella (Ferentillo) e la Santa Lucia presso l’omonima cappella ex santuario a Monterivoso di Ferentillo, ambedue opere di Giacomo e Raffaele da Montereale.
«La statua del San Sebastiano a Matterella – afferma lo storico locale Carlo Favetti – è collocata dalla fine degli anni ’80 nella nicchia dell’altare centrale della navata di sinistra. L’opera ha una storia lunga e travagliata che rimonta agli anni ’50 del secolo scorso, quando a causa di un furto, la statua, da sempre collocata nella nicchia a destra dell’altare maggiore, cadde a terra frantumandosi in molte parti. Vani furono i tentativi all’epoca di riassemblare la bellissima opera da parte di alcuni artigiani del luogo. Fortunatamente tutti i reperti furono raccolti e depositati in una cassa di legno e sistemati nella vecchia cantoria sopra la bussola. A causa del recupero dell’organo, la cassa fu rimossa e trasportata nella casa parrocchiale, destinata a una fine miserevole, dove il sottoscritto provò a sistemare e ripristinare di nuovo la statua cercando di assemblare con il materiale adatto (collanti)».
«Fu solo un intervento di ripristino e assemblaggio – aggiunge Favetti – ma oggi meriterebbe un restauro radicale soprattutto nel colore. Bellissimo esemplare della bottega dei Montereale, perfetta l’anatomia e l’espressione del viso nell’estasi del supplizio delle frecce. L’altra opera di Giacomo e Raffaele da Montereale, come detto, è la statua della Santa Lucia a Monterivoso. Un tempo era sistemata nella nicchia sull’altare maggiore dell’antico santuario, purtroppo andato perduto. Conservata per tantissimi anni nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio, fu ripristinata e collocata nella nicchia della cappella di fronte ai ruderi dell’ex santuario. La statua dipinta – conclude lo storico ferentillese – raffigura la santa siciliana che mostra la palma e il piattino con gli occhi. Tunica verde e manto dorato. In testa è stata aggiunta una corona».