Un evento che punta a mettere in evidenza il profondo legame tra l’abito, simbolo di identità personale, e l’abitare, inteso come spazio fisico che diventa simbolo ed identità di una porzione di territorio vissuta. Sabato 14 settembre dalle 15 alle 23, al Villaggio Matteotti di Terni, si svolgerà l’evento artistico culturale di moda ed architettura ‘Abito nell’abitare’, progettato congiuntamente dall’associazione Centro studi Giancarlo De Carlo, l’associazione Katìopa-Exclusive events e l’associazione Axo-Architetti all’opera, con il contributo per la sua realizzazione da parte della project manager event planner, la dottoressa Maria Rosa Borsetti.
«L’obiettivo è creare un dialogo tra moda, design, architettura e società – spiega Alessio Patalocco, presidente e membro del comitato scientifico del Centro studi Giancarlo De Carlo – riflettendo sull’influenza reciproca che intercorre tra l’identificarsi tramite il proprio abito e il proprio spazio urbano. Il contesto ‘popolare’ ma consolidato e fortemente identitario per la città di Terni del Villaggio Matteotti fornisce una cornice sociale perfetta per esplorare questi temi e renderli accessibili ad un pubblico più vasto, sebbene parta da una visione specialistica. In questo evento il pubblico costituito da professionisti dei settori, uniti ai residenti e al pubblico non specialistico potrà riconsiderare il rapporto tra l’abito e l’abitare, conoscere nuove esperienze di design e moda apprezzando la contaminazione di idee tra diversi settori creativi, compiere un’esperienza che rivitalizzi il quartiere e che cambi la visione dello stesso da parte dei residenti e fruire di un’esperienza immersiva che stimola la riflessione sui temi proposti».
‘Abito nell’abitare’ è costituito da diverse iniziative che si svolgeranno negli spazi pubblici del quartiere: un seminario formativo (con crediti professionali) che illustra gli ultimi risultati dell’indagine sociale compiuta dal Centro studi De Carlo sui residenti del Villaggio Matteotti; una mostra fotografica ed artistica che includerà opere fotografiche sul Villaggio Matteotti, attualmente presenti negli spazi condominiali del Villaggio, oltre a una selezione di pittura e performance di tra diversi artisti umbri; una sfilata di moda nella quale si mostreranno abiti realizzati su disegno di diversi stilisti che hanno partecipato anche alle scorse edizioni di ‘AltaRoma – AltaModa’ ed altre manifestazioni in Italia e all’estero: lo stilista Antonio Ventura De Gnon, la stilista Sabrina Attiani, la stilista di gioielli Fabiola Vitale e lo stilista Giovanni Cirillo; una visita guidata del quartiere; una degustazione dei vini della Strada dei vini Etrusco Romana di Orvieto, enfatizzando la sostenibilità e il chilometro zero.
Realizzato dall’architetto Giancarlo De Carlo tra il 1970 e il 1974 su commissione della Acciaierie di Terni, il Villaggio Matteotti costituisce uno dei primi e più celebri esempi italiani di ‘architettura partecipata’ in cui i dipendenti della fabbrica, futuri abitanti del quartiere, collaborarono attivamente con i progettisti attraverso la mediazione di figure specializzate; nel caso specifico l’architetto venne coinvolto da un team di sociologi tra cui compariva anche Domenico De Masi. Composto da cinque edifici paralleli in cemento faccia a vista e da una serie di spazi comuni, tra cui un asilo, sale per attività sociali ed aree destinate ad attività commerciali, il Villaggio è innervato da una rete di passaggi pedonali sopraelevati e a terra che collegano le residenze e i servizi tra di loro. L’intero complesso è articolato in quattro moduli longitudinali molto simili, più un quinto, situato all’estremità est, strutturato come un edificio gradonato e multiplo: esso è infatti più corto degli altri ed è composto da un piano in più. I blocchi rimanenti ospitano le diverse varianti di appartamento progettati in partecipazione con gli abitanti. I diversi colori dei serramenti rendono facilmente distinguibili le abitazioni private dai servizi pubblici. L’intervento al quartiere Matteotti è molto particolare in quanto si tratta di un progetto che ‘ha fatto scuola’ e che compare da cinquant’anni nelle riviste specializzate oltre che negli archivi di 8 settore accademici e professionali. Ad oggi è ancora oggetto di studi e ricerche da parte di dipartimenti universitari, studiosi e appassionati di architettura provenienti da tutto il mondo.