Spesso e volentieri si tratta di baracche abusive, costruite a ridosso del fiume o di un terreno agricolo. Ma non solo: perché gli interventi del nucleo di vigilanza edilizia del Comune di Terni – composto da tecnici e vigili urbani e coordinato dalla direzione edilizia privata e Suape – hanno riguardato in tempi recenti anche il centro cittadino, tutt’altro che immune da fenomeni di abusivismo.
Il bilancio Nei primi tre mesi del 2015, il bilancio delle attività repressive messe in atto dal Comune sul fronte delle opere e delle lottizzazioni abusive, parla di 5 ordinanze di demolizione e 3 provvedimenti di sospensione dei lavori. Nello stesso periodo del 2014 gli ordini di demolire erano stati 2 (9 a fine anno), al pari dei lavori abusivi ‘stoppati’ (2 nei primi tre mesi e 7 a fine 2014).
Sanzioni Lo scorso 21 gennaio, attraverso la legge 1/2015, la Regione Umbria ha emanato il cosiddetto ‘Testo unico governo del territorio’ che riunisce tutte le disposizioni regionali in ambito urbanistico ed edilizio, compresa la disciplina antisismica. Il testo specifica anche le sanzioni previste per chi si rende responsabile di abusi edilizi: irregolarità che spesso sfociano in ambito penale, in base ai dettami del Dpr 380 del 2011, articolo 44. Una volta individuata la presunta irregolarità, il nucleo di vigilanza edilizia del Comune la segnala all’autorità giudiziaria che valuta il caso e decide come procedere.
Casistica In molti casi si tratta di difformità parziali rispetto al progetto iniziale – spesso sanate, negli anni, attraverso condoni. Classico, come detto, il caso delle baracche in lamiera su aree periferiche che, in assenza di titoli, sono classificate ‘abusive’ al pari di qualsiasi altra edificazione in cemento armato. A Terni non si registrano situazioni di particolare gravità, come alcuni quartieri completamente abusivi riscontrati nelle metropoli e non solo. Le situazioni, dagli uffici, vengono definite «frequenti ma, in genere, di piccolo cabotaggio. Nonostante ciò, a molti piace inventarsi ‘piccoli imprenditori’, senza esserlo».