Acciaio, Cina e Taiwan: arrivano nuovi dazi

La Commissione Europea ha deciso di introdurre pesanti misure protettive sui tubi non saldati e sui coils a caldo: dalla Cina reazioni sdegnate

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La Commissione Europea alza il muro. Contro le esportazioni in dumping della Cina e di Taiwan è stato deciso di introdurre pesanti dazi – sui tubi non saldati, usati dall’industria petrolchimica, da quella che produce energia, dall’industria alimentare, navale e delle costruzioni; e sui coils a caldo – e ora sulle esportazioni cinesi saranno imposti dazi che vanno dal 30,7 al 64,9%, mentre su quelle taiwanesi saranno comprese tra 5,1 e il 12,1%

Le acciaierie di Terni

I dazi attivi Al momento sono 39 i dazi antidumping attivi contro l’importazione di prodotti siderurgici (e altre sette procedure sono in corso). Diciassette di queste misure riguardano prodotti cinesi e la Commissione ribadisce di volere usare «gli strumenti a disposizione per la difesa commerciale nella massima misura possibile».

Le produzioni L’eccesso di produzione cinese sta mettendo a dura prova l’industria continentale: «Nonostante il potenziale e gli sforzi compiuti nell’innovazione e nell’ammodernamento, la posizione concorrenziale della siderurgia europea nel mercato mondiale è peggiorata negli ultimi anni – si fa notare a Bruxelles – e l’eccesso di produzione in paesi come la Cina ha aumentato le esportazioni, schiacciato i prezzi e creato un’ondata mai vista di pratiche commerciali sleali che distorcono la parità di condizioni sul tavolo mondiale».

La Cina Il ministero del Commercio cinese, però, non avrebbe gradito: è stato reso noto un parere secondo il quale l’azione dell’Ue ha violato le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, e la Cina adotterà le misure necessarie per salvaguardare la giustizia e il potere delle imprese cinesi.

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