Acciaio d’oro: le intercettazioni

«Oo, domani niente?» chiede l’amico. «Non facessi lu sprocerato no?» risponde l’altro. Ma il primo: «Tocca fà quando se pò eh»

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di Fabio Toni

«Oo, domani niente?» chiede l’amico. «Non facessi lu sprocerato no?» risponde l’altro. Ma il primo non è convinto: «Tocca fà quando se pò eh». Lo stralcio di una delle tante intercettazioni telefoniche che, per l’accusa, incastrano il gruppo specializzato nei furti di ferro e acciaio all’interno del centro di finitura di vocabolo Sabbione, rendono l’idea della «spavalderia», come scrive il gip Simona Tordelli, con cui i ‘colpi’, e quindi il business sottostante, venivano portati a compimento.

«La prassi» Il giudice definisce la sottrazione di materiale ferroso all’initerno dello stabilimento ternano «una prassi invalsa». Un modus operandi stroncato dalla Forestale di Terni che, coordinata dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, ha acquisito tutta una serie di elementi che sembrano inchiodare i soggetti coinvolti nell’operazione ‘Acciaio d’oro’.

I colpi Quelli accertati dagli inquirenti sono quattro: trenta tonnellate di materiale il 22 dicembre, dieci – ma di buona qualità – il 13 gennaio, altre trenta tonnellate due giorni dopo e sei tonnellate il 29 gennaio. Ad operare, però, non sarebbero sempre gli stessi. Per gli inquirenti infatti esisterebbero due ‘associazioni’, con la seconda composta da un nucleo ristretto e pronta ad entrare in azione all’insaputa di alcuni membri del primo gruppo.

La nota dell’Ad Articolato anche il quadro delle complicità: se il gruppo ha potuto contare sulla compiacenza di uno degli addetti alla portineria, di contro ha dovuto inventarsi più di uno stratagemma per riuscire ad accedere allo stabilimento di Sabbione. Tanto che un vigilante, ligio al dovere, viene soprannominato ‘Sant’Antonio’ in una delle intercettazioni: «E se vengo giù e ce trovo Sant’Antonio da Padova, che faccio?» chiede l’addetto al trasporto all’uomo che si occupa di caricare il ferro. E allora si cercano scuse di ogni tipo: «Prova a dije che dovemo strigne du’ raccordi». Fra le guardie giurate c’è anche chi capisce che qualcosa non va e lo riferisce alla dirigenza, con l’ad Lucia Morselli che a fine gennaio riferisce l’episodio in una nota consegnata alla polizia giudiziaria.

I rischi A un certo punto – sempre a fine gennaio – qualcuno del gruppo, in particolare chi trasporta il materiale, intuisce che il rischio sta crescendo. E allora si decide a chiedere più soldi per il suo ‘compito’. Parlando al telefono con la moglie, spiega: «Voglio 4 mila euro perchè quello che rischia in prima persona so’ io, non loro».

In carcere Sulla base dei tanti elementi raccolti dalla Forestale e delle richieste formulate dalla procura, il gip Tordelli ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere per tre degli indagati: Corrado Chiacchierini (il dipendente Ast incaricato di gestire la parte amministrativa degli ordini di materiali ferrosi), Costantino Cappelletti (l’autista che trasportava il materiale in un centro rottami di Foligno anzichè, come avrebbe dovuto, negli stabilimenti Ast di viale Brin) e Simone Leggerini (colui che, con l’uso del ‘ragno’, caricava il materiale per conto di una ditta privata).

Ai domiciliari Al momento sarebbero più defilate, sempre nel contesto della stessa organizzazione, le posizioni degli altri tre indagati – Federico Novellli (guardia giurata), Sandro Cucina e Gualtiero Tardioli (entrambi imprenditori) – per i quali il gip ha disposto gli arresti domiciliari. L’indagine è comunque destinata a proseguire e non è escluso che si possa giungere ad individuare altri furti, compiuti dallo stesso gruppo ma non solo.

La difesa Gli interrogatori di garanzia di due dei tre indagati – Chiacchierini e Leggerini – sono stati fissati per venerdì mattina in carcere. A parlare per il dipendente Ast, è il suo legale, l’avvocato Francesco Mattiangeli: «Il mio assistito è completamente estraneo a qualsiasi associazione a delinquere e ai fatti contestati dall’accusa – spiega -. Questo aspetto emergerà con chiarezza nelle prossime ore e non potrà che comportare una conclusione positiva, dal punto di vista giudiziario, della vicenda».

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