Acquasparta, convento San Pietro: si va al Tar per messa in sicurezza

La curiosa vicenda riguarda il complesso monumentale e l’area circostante: ancora problemi tra Colacem e soprintendenza, depositato il ricorso

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di S.F.

Aria di nuovo scontro, seppur per questioni diverse. Sì, perché per oltre due decenni sul tema si era sviluppato un contenzioso – avviato negli anni ’80 – a causa di un vincolo. Poi tutto risolto. Ora la situazione torna al centro dell’attenzione perché mercoledì al Tar Umbria è stato depositato un ricorso a causa di una nota della Soprintendenza, belle arti e paesaggio dell’Umbria: riguarda la richiesta di messa in sicurezza del complesso monumentale del convento di San Pietro, a ridosso del Monte Scoppio. Il territorio interessato è quello di Acquasparta, non distante dalla frazione di Portaria. E la società interessata non è altro che la proprietaria dell’area, vale a dire la Colacem di Gubbio.

SCOPPIO TRA PASSATO ED UN FUTURO DA RISCRIVERE

Il nodo

Si tratta del complesso dei Cappuccini fondato nel XVI secolo vicino l’antica chiesa di San Pietro, con Monte Scoppio in vista. Da Perugia si sono attivati per richiedere la messa di sicurezza dell’area, evidentemente – basta dare un’occhiata alle immagini reperibili in rete, quelle sotto le ha pubblicate il portale iluoghidelsilenzio – tutt’altro che in buone condizioni: da quanto si apprende negli ultimi mesi c’è stato anche un sopralluogo con il sindaco di Acquasparta, Giovanni Montani, a fare da ‘cicerone’ e far vedere lo stato dell’arte alla soprintendenza. Ora si torna a bisticciare ad anni di distanza dal vecchio scontro, chiuso nel 2012.

La problematica

Al netto della necessità di un forte investimento economico per cambiare una situazione più che compromessa, è un altro il tema che in linea di massima sta creando dissapori tra le parti: la messa in sicurezza del fronte in quanto – in estrema sintesi – l’area è di materiale calcareo fratturato e si presentano dei rischi in termini di tenuta. Ma come mai c’è la presenza di Colacem in questa zona? Per via della vicina cava, dal quale l’azienda non avrebbe mai estratto nulla nel corso degli anni. Per quel che riguarda il vecchio calcificio è stato demolito ed effettuata la pulizia dell’area.

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