«Ad ogni cambio di appalto qui si peggiora: basta»

Umbria – L’allarme di Valerio Natili della Fisascat Cisl: «Bandi di gara nascondono condizioni sempre più umilianti per i lavoratori. Gli enti pubblici agiscano»

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«Dietro ai bandi di gara si nasconde un nuovo sfruttamento dei lavoratori», la Fisascat Umbria chiede tutele per gli ‘invisibili’. In Umbria ci sono centinaia di lavoratori che nel corso degli anni, pur svolgendo le stesse mansioni come dipendenti di aziende che vincono appalti in strutture ed enti pubblici, hanno visto peggiorare drasticamente le loro condizioni lavorative: meno stipendio, meno tutele, ma più ore settimanali da lavorare. Si tratta di operatori spesso invisibili, appunto, che svolgono mansioni di pulizia, guardiania, socio assistenziali, ma anche addetti al settore del commercio e del turismo. «Quanto ancora devono restare invisibili e subire questo ‘dumping’ contrattuale?», si chiede il sindacato.

Valerio Natili

«Una spirale negativa senza sosta»

La Fisascat dell’Umbria (federazione di categoria della Cisl che rappresenta i lavoratori e le lavoratrici del settore terziario, turismo e servizi) denuncia: «Sono uomini e donne – spiega il segretario del sindacato Valerio Natili – che lavorano nella stessa struttura o nello stesso servizio da anni, ma la loro prospettiva non è quella di crescere economicamente bensì di peggiorare ad ogni cambio di appalto la loro condizione». Il cuore della questione ruota attorno alle dinamiche degli appalti: «Da un lato esistono ditte create ad arte – spiega ancora Natili – il cui scopo è solo quello di accaparrarsi l’asta di appalto, dall’altro sono spuntati come funghi contratti peggiorativi per i lavoratori rispetto a quelli siglati da Cgil, Cisl e Uil. Sono contratti stipulati da sindacati che non hanno una vera rappresentanza, spesso legati addirittura alle aziende, che di rinnovo in rinnovo diminuiscono la retribuzione oraria, aumentano la mole di ore settimanali, modificano in negativo indennità e cancellano le maggiorazioni. Il risultato? Una inarrestabile spirale negativa».

«Enti pubblici, sveglia»

Secondo Natili un ruolo lo hanno anche le stazioni appaltanti, cioè gli enti pubblici che chiedono il servizio rivolgendosi al mercato: «È paradossale ma chi presta servizio di pulizia, guardiania, reception in un ente pubblico è spesso un lavoratore i cui diritti vengono calpestati. Un lavoratore che ha visto diminuire la sua busta paga nell’arco di un quinquennio, che ha visto i propri diritti svanire nel nulla. Perché gli enti pubblici, quando si rivolgono al mercato tramite gare di appalto, non stabiliscano criteri per escludere dai bandi la partecipazione di aziende o cooperative che applicano questi contratti ‘peggiorativi’? Non possiamo tollerare una deriva del genere, sappiamo quanto complesso ed articolato sia risolvere tale problema, ma a questo punto un’azione più incisiva della semplice denuncia oltre ad essere auspicale non è più rinviabile».

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