Chi ha memoria di quella Ternana e del calcio italiano degli anni ’70-’90 del secolo scorso, sa chi è Gaetano Salvemini. Giocatore di spessore, allenatore ed ex tecnico dei rossoverdi nella stagione 1984/1985 in serie C1, conclusa con una salvezza sofferta. Salvemini se n’è andato venerdì all’età di 82 anni e in tanti, anche a Terni, hanno avuto un pensiero per lui, per questo tecnico signorile ma anche arguto e genuino. Fra chi lo ricorda, oltre la Ternana Calcio che ha espresso il proprio cordoglio, c’è l’avvocato Massimo Carignani, il cui nome è stato per anni legato alla società rossoverde, primo riferimento legale quando c’era da far valere le proprie ragioni in ambito sportivo. E proprio nelle stagione guidata da Gaetano Salvemini, Carignani dovette faticare le proverbiali sette camicie, in particolare dopo la gara di Bari, quella segnata dall’episodio della lattina che, lanciata dagli spalti, colpì ad un braccio il difensore rossoverde Gabriele ‘Lele’ Ratti. Una partita persa sul campo ma poi vinta a tavolino dalla Ternana per 2 a 0, proprio grazie al ‘lavoro’ legale di Massimo Carignani. E quei due punti furono decisivi per la salvezza finale. «Il mio ricordo di Gaetano Salvemini – dice l’avvocato Carignani – è di una persona per bene. Mi ringraziò mille volte per quella vicenda, perché senza quella vittoria (qualche anno dopo Salvemini, ironia della sorte, sarà poi protagonista sulla panchina del Bari, ndR) le Fere sarebbero retrocesse. Non vorrei dimenticare poi il Salvemini-giocatore, anche nel ‘mio’ Siena con oltre cento partite in anni storici di serie C. Ai suoi cari va il mio abbraccio più sentito e sincero».