Alessandro Riccetti, l’addio di Terni

In Cattedrale l’ultimo saluto ad Alessandro Riccetti. L’omelia del vescovo Piemontese ed i ricordi di due parenti del giovane

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Il giorno del lutto e del dolore per tutta la comunità ternana, quello dell’addio ad un figlio che il destino ha voluto strappare all’amore dei propri cari in una gelida giornata di gennaio, in un modo assurdo. Terni si prepara a salutare per l’ultima volta Alessandro Riccetti, ucciso dalla valanga di neve e detriti che il 18 gennaio – dopo le forti scosse di terremoto che sono tornate a colpire il centro Italia – si è abbattuta sull’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), dove il giovane lavorava come receptionist. Una tragedia enorme che ha spezzato 29 vite in un colpo solo.

L’ADDIO AD ALESSANDRO NEGLI SCATTI DI MIRIMAO – FOTO

ALESSANDRO SI AVVIA PER L’ULTIMO VIAGGIO – IL VIDEO

I ricordi Durante la cerimonia, due momenti particolarmente toccanti: quando due cugini di Alessandro hanno parlato di lui, per ricordarlo, per ringraziarlo e per chiedere giustizia per la sua morte. 

«VOGLIAMO GIUSTIZIA» – IL VIDEO

«GRAZIE PER QUELLO CHE CI LASCI» – IL VIDEO

In Cattedrale La scelta del Duomo, per la cerimonia di commiato, è stata giusta: la chiesa è gremita – anche se silenziosa – di ternane e ternani che hanno voluto essere presenti, per salutare Alessandro e stringere in un abbraccio ideale una famiglia che si deve confrontare – nuovamente – con la crudeltà della vita. Alle 15, come previsto, la cerimonia funebre ha avuto inizio. Il vescovo Piemontese ha esortato i presenti: «Preghiamo per Alessandro e tutte le vittime di Rigopiano».

ALESSANDRO NEL CUORE DEI TERNANI – LA FOTOGALLERY

L’omelia Padre Giuseppe Piemontese, nell’omelia ha detto: «Siamo radunati per dare l’ultimo saluto ad Alessandro. Istituzioni civili e militari, associazioni, amici, tutta la comunità cittadina ed ecclesiale si stringe attorno alla famiglia per vivere nella fede e nella speranza del Signore Risorto questo momento. Affidiamo la vita di Alessandro a Dio Padre perché lo accolga con misericordia in Paradiso. Preghiamo per tutti i morti di Rigopiano, ma anche perché il Signore dia conforto ai familiari e benedica quanti hanno lavorato nei giorni passati in Abruzzo e in tanti altri luogo del Paese. Dieci giorni addietro siamo stati spettatori attoniti e impauriti di una concentrazione di eventi concomitanti destabilizzanti e distruttivi, che hanno colpito l’Italia Centrale e la nostra regione. Il terremoto, la bufera di neve, la valanga si sono abbattuti con violenza inusuale e crudele sul piccolo hotel Rigopiano, trasformando una residenza, luogo di ospitalità per giorni di riposo, in emblema di una natura che si dimostra matrigna crudele, che divora e uccide i propri figli senza riguardo e distinzione alcuna».

ALESSANDRO ACCOLTO DAL VESCOVO – IL VIDEO

La solidarietà Il presule, poi, ha ricordato che «a tanta crudele solidarietà di eventi malevoli e tragici si è corrisposto con una gara di solidarietà e generosità umana e civile impagabile. Migliaia di volontari della Protezione civile, di vigili del fuoco, forze dell’ordine, militari, esperti e persone comuni hanno collaborato, impreziosendo con il sacrificio della fatica, un aiuto svolto in condizioni dure: temperature rigide, impervietà del sito, delicatezza degli interventi, al buio e alla luce, sotto il pericolo di ulteriori slavine, con una grande speranza nel cuore per poter raggiungere, ancora vive, le vittime di tanto sincronismo distruttivo. Intervento straordinario! Tutta la nostra Regione e la nostra città in particolare, storditi dalle ripetute ultime scosse di terremoto del 18 gennaio e preoccupati per coloro che erano stati sommersi dalla valanga abbattutasi sull’hotel Rigopiano, ci siamo stretti alla famiglia Riccetti, trepidanti per Alessandro. Si può dire che tutta la Nazione ha avuto gli occhi puntati verso quella vallata e ognuno, a modo suo, ha scandito il passare delle ore, l’avvicendarsi dei turni di lavoro dei volontari. Con la speranza nel cuore, ognuno ha manifestato vicinanza a quelle vittime, alla famiglia Riccetti: chi lavorando, chi scrivendo, chi polemizzando, chi pregando, chi avvicinando i familiari. Man mano che passavano i giorni abbiamo intensificato la preghiera, senza perdere la speranza. Il Signore non ha esaudito le nostre richieste, ma ha accolto questo nostro fratello in una vita senza fine e darà conforto e consolazione ai familiari di Alessandro e quanti lo hanno amato».

L’OMELIA DEL VESCOVO – IL VIDEO

La tragedia In questo momento, ha poi detto il vescovo, «scorrono davanti ai nostri occhi tutte le vittime di questa tremenda tragedia. Tutti noi, che siamo animati dalla Speranza, che viene da Dio, troviamo luce dalla Parola che abbiamo proclamato e dalla partecipazione al mistero pasquale di Gesù: la sua passione e morte, che ora replichiamo e attualizziamo nella Messa per Alessandro. Ad una società che ha eliminato dal proprio orizzonte la prospettiva di Dio e del mondo nuovo e vive ripiegata a rincorrere nel frastuono e nella dissipazione quotidiana, i brevi anni dell’esistenza, insopportabile appare la morte, specie quella in giovane età. E’ vero, la morte è un mistero, mistero di dolore e di angoscia incomprensibile. Solo nell’orizzonte di Dio, che in Gesù ci libera e affranca dalla morte, possiamo avere conforto; e quella prospettiva di finitudine acquista il senso di una vita nuova, trasformata. “Ai tuoi fedeli la vita non è tolta ma trasformata e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno viene preparata una abitazione eterna nel cielo”. Preghiamo nella Messa. “Una promessa che viene anticipata dal Profeta Isaia nella prima lettura: Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo”. E san Giovani nell’Apocalisse rincara…”Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”».

La vita e la morte Piemontese si è poi rivolto ai presenti: «Cari fratelli, forse qualcuno penserà che queste sono parole di conforto, adatte per questo momento, per questa famiglia, attanagliata dal dolore. Ma poi in realtà tutto torna come prima e ci adattiamo alla dimenticanza, e ci rassegniamo ad una ineluttabile esistenza dall’orizzonte ravvicinato. No, cari fratelli. Due sono le provocazioni che la morte ci lancia. La vita è troppo preziosa e breve per essere vissuta nella ubriacatura di ogni sorta di sensazione e di passeggera e inappagante emozione e sbalordimento. La vita può avere un senso semplicemente umano, civile, sociale, che viene dal vivere con rettitudine la propria vocazione e professione con l’apporto a migliorare la società e il bene comune. A tale valore la fede nel Dio di Gesù Cristo dà una pienezza di realizzazione una proiezione di eternità. Penso in questo momento al caro Alessandro e a quanto abbiamo saputo della sua vita e missione. Ha formato la sua personalità e si è arricchito con l’esperienza gioiosa oltre che nella famiglia anche nella comunità ecclesiale. Per dare senso alla sua esistenza ha affrontato tanti sacrifici con lo studio assiduo, anche accademico, con l’esperienza del lavoro anche all’estero, dove certo il desiderio di avventura non basta ad alleviare la solitudine e la nostalgia del proprio paese e degli amici. La professionalità conseguita gli ha consentito un lavoro dignitoso e onorevole. Ma la sorte avversa, la natura, che questa volta si è mostrata matrigna, hanno posto termine prematuramente alla sua vita. Ma chi può dire “prematuramente”? E’ Dio che per il bene dei suoi figli stabilisce tempi e modi».

La fede A noi, ha concluso il vescovo, «sta riconoscere che Dio fa bene ogni cosa, anche se non ne comprendiamo il senso. Come è stato per Gesù, il figlio amato di Dio, che ha risposto all’amore del Padre, donando la sua vita per ogni uomo, per la creazione intera. Dalle sue labbra, mentre era sulla croce, sono uscite parole di sconforto: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”. Ma poi l’abbandono fiducioso in Dio: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Il Vangelo ci dice che alcune donne, discepole di Gesù, dopo la morte di Gesù, si recarono al sepolcro e videro che la pietra era rotolata. Il sepolcro era una grotta, una spelonca la cui apertura veniva chiusa da una grande pietra. Entrate nel sepolcro ebbero paura nel vedere una giovane seduto, vestito di una veste bianca: era un angelo del Signore. Anche noi per giorni abbiamo cercato Alessandro in quel grande sepolcro, vestito di bianco, che era ormai l’hotel Rigopiano. Anche a noi è stato detto e oggi viene ripetuto: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui”. Alessandro non è qui, egli vive con Gesù Risorto. Questa è la meravigliosa novità e la parola di conforto e di speranza che, in quest’ora di dolore e di distacco, ci viene annunciata. Mi piace pensare Alessandro, in compagnia di Gesù, che nella Hall del Paradiso, continua il suo servizio, gentile, competente, multilingue di accoglienza di quanti con onestà, rettitudine e laboriosità hanno dato senso alla loro esistenza e ora ricercano un tempo di riposo, anzi un riposo eterno. In attesa di accogliere anche noi, familiari ed amici. Nella Messa che celebriamo tutto questo viene chiesto al Signore e reso possibile da Gesù, che per noi ora muore e risorge».

Il sindaco di Terni Così Leopoldo Di Girolamo al termine della funzione religiosa: «È stato toccante vedere il duomo gremito, così come tantissime sono state, in queste ore, le dimostrazioni di partecipazione e dolore. Terni ha salutato Alessandro Riccetti con tutto lo slancio, la commozione, l’affetto che questo ragazzo merita. La comunità ternana e umbra si sono strette intorno alla famiglia con la speranza che il dolore sia meno lacerante, che il conforto porti un po’ di luce. Le parole del vescovo Piemontese sulla tragedia di Rigopiano e sul valore di Alessandro sono quelle di tutti noi. Terni non dimenticherà questo suo figlio emblema di una città laboriosa, amorevole, piena di valori».

La corona del Presidente della Repubblica

La corona di Mattarella Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato una corona di fiori, che è stata deposta all’ingresso del Duomo da due carabinieri in alta uniforme. In Cattedrale l’afflusso, numeroso e discreto, di chi vuole salutare per l’ultima volta lo sfortunato figlio della città, è iniziato ben prima dell’orario previsto per la cerimonia funebre.

ALESSANDRO, TERNI PREGA PER LUI

La nonna di Alessandro

Il dolore Venerdì mattina il feretro, accompagnato dai familiari e dagli operatori della Croce Rossa, è partito poco prima delle 10 dall’ospedale di Chieti dove mercoledì è stata effettuata l’autopsia. Intorno alle 12.30 ha raggiunto il duomo di Terni dopo aver percorso viale Borzacchini, viale dello Stadio e via del Cassero, scortato dalle forze dell’ordine.

Le presenze Ad accogliere il corteo funebre in Duomo – accompagnato dalla Polizia municipale di Terni e dalla Polizia stradale – oltre al vescovo Giuseppe Piemontese c’erano il prefetto Angela Pagliuca, il comandante della polizia stradale di Terni Katia Grenga, la Croce Rossa di Avigliano Umbro, l’onorevole Marina Sereni e il senatore Gianluca Rossi. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, alle 14 ha raggiunto l’abitazione dei familiari. In Cattedrale, intanto, sono arrivati il sottosegretario Gianpiero Bocci, il prefetto Pagliuca e il sindaco Di Girolamo.

Il gonfalone del Comune

Lutto cittadino Il primo cittadino ha proclamato il lutto cittadino: Terni si fermerà per l’ultimo saluto allo sfortunato ragazzo che viveva nel quartiere Cardeto con la madre Antonella, il fratello, la sorellina e la nonna materna. A loro va il primo pensiero, non solo delle istituzioni, ma dell’intera città colpita da un dramma così difficile da accettare.

«ALESSANDRO, UN RAGAZZO SPECIALE» – VIDEO

Il minuto di raccoglimento

Il minuto di raccoglimento Venerdì mattina in prefettura, durante la cerimonia per il ‘Giorno della Memoria’, il prefetto Angela Pagliuca ha ricordato Alessandro Riccetti: «Penso di rappresentare il pensiero di tutti – ha detto – nel ricordare l’ansia e la trepidazione con cui abbiamo seguito nei giorni scorsi le operazioni di ricerca a Rigopiano, così come la profonda tristezza e il grande rammarico che proviamo oggi, all’indomani della notizia della sua scomparsa». Nella sala è stato poi osservato un minuto di raccoglimento (VIDEO), su invito del prefetto, in memoria del giovane ternano. 

IL MINUTO DI RACCOGLIMENTO IN PREFETTURA – VIDEO

Il contenitore per le offerte

Offerte ai soccorritori Un bel gesto, pieno di significato, quello della famiglia Riccetti che ha fatto posizionare all’esterno della cattedrale due contenitori per le donazioni con su scritto: «Offerte devolute ai soccorritori». A chi si è tanto speso e si spende ogni giorno – il disastro dell’elicottero del 118 caduto a Campofelice è ancora nella memoria di tutti – per salvare vite umane, sempre a fianco degli altri.

HOTEL RIGOPIANO: «FATTO IL POSSIBILE»

 

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