Amministrative Terni: nel centrosinistra tira aria da ‘resa dei conti’

A rompere il ghiaccio è stato De Luca (M5s) ma anche nel Pd c’è chi inizia a scaldare la brace. E chi mette le mani avanti

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Venti di burrasca sul Pd ternano dopo il risultato – deludente nell’esito, mentre sui numeri il confronto è aperto – alle elezioni amministrative. Dove il candidato sostenuto, José Maria Kenny, non è riuscito ad arrivare al ballottaggio, così come non ci è riuscito quello del M5s, Claudio Fiorelli. E proprio il mancato accordo sul ‘campo largo’ (con il M5s ma pure con i civici di Cianfoni), ovvero di chi sia la responsabilità politica di queste decisioni, è un altro dei temi – forse il primo – che hanno fatto ardere il carbone e tirare fuori le graticole. In attesa che qualcuno ci finisca sopra.

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Paparelli e De Luca

Portavoce delle minoranze in Regione: prima resa dei conti?

Diversi i fronti che rendono questa tensione percepibile. Si parte dal livello regionale, dove Thomas De Luca del M5s, attraverso un video, martedì ha subito chiesto un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha operato perché ciascuno andasse per conto suo al primo turno. Fra i destinatari del messaggio – senza mistero – c’è il Dem Fabio Paparelli, il cui ruolo di portavoce delle minoranze in consiglio regionale si appresta ad essere messo in discussione. Con una richiesta di incontro avanzata sia dai pentastellati che dai civici di Andrea Fora che, last but not least, dal segretario regionale del Pd Tommaso Bori. Se ne parlerà a stretto giro, ma i passi compiuti lasciano ipotizzare novità e una prima resa dei conti interna al centrosinistra umbro.

Tensioni a Terni

L’altro fronte caldo, rimarcato anche dai quotidiani regionali, è quello della segreteria Dem di Terni guidata da Pierluigi Spinelli. Fra le accuse mosse da una parte del partito, in maniera neanche tanto velata, c’è quella di aver sottovalutato la portata del candidato Bandecchi e di aver traslato le possibili primarie di coalizione, nell’esito del primo turno da cui sarebbe dovuto naturalmente emergere il candidato su cui convergere al ballottaggio. Le cose sono andate diversamente e, per farla breve, a Spinelli c’è chi addebita l’aver posto – anche lui – ostacoli forse passivi ma decisivi alla formazione del ‘campo largo’. Poi c’è anche il risultato ottenuto dal partito che si appresta a diventare oggetto di discussione e puntello per chi ritiene che le dimissioni del segretario siano un logico approdo.

Pierluigi Spinelli

Spinelli: «Respingiamo strumentalizzazioni e furbizie»

Spinelli, intanto, si difende e – anzi – contrattacca. «Alla luce di recenti dichiarazioni di alcuni esponenti politici, riportate dagli organi di stampa locale – afferma il segretario dei Dem ternani – si rende opportuno fare definitiva chiarezza sulla mancata alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle. Poiché si continua a sostenere la tesi falsa di un Pd reticente alle alleanze, ricordiamo che non solo il Pd non lo è stato, ma anzi ha attivamente promosso alleanze, che infatti sono state siglate con le altre forze politiche di centro sinistra (PSI, Verdi e Sinistra Italiana, Azione, le principali). Abbiamo appreso della ufficializzazione della candidatura di Claudio Fiorelli soltanto dalla stampa e con sorpresa, mentre il Pd è stata l’ultima forza a sostenere una candidatura, quella del professor Josè Kenny, civica e non espressione di partito, proprio allo scopo, sia intrinseco che dichiarato, di tentare l’alleanza fino all’ultimo. Non abbiamo nemmeno escluso le primarie, che sarebbero state uno strumento utile se organizzate in tempi congrui. Ricordiamo con chiarezza – prosegue Spinelli – tutto quello che è successo, le responsabilità e gli impegni disattesi dagli altri, ma vogliamo evitare ulteriori polemiche che non sono utili a nessuno. Sarebbe bene, dunque, che ognuno analizzi i risultati del proprio lavoro, senza tentare di scaricare addosso ad altri in modo peloso e strumentale le conseguenze dei propri limiti e di tentate strategiche furbizie. Per parte nostra, nei prossimi giorni saranno convocati gli organismi dirigenti per l’analisi della votazione, che ci ha visto comunque raccogliere quasi 7 mila voti di lista, con i due consiglieri più votati, anche molto oltre rispetto a quelli presi da assessori uscenti. Alla sconfitta – conclude il segretario del Pd di Terni – intendiamo rispondere con un’analisi attenta e non superficiale, assumendoci le nostre responsabilità e soltanto quelle, avendo come bussola l’esclusivo interesse della città, con l’augurio che tutti facciano altrettanto».

Sereni e Kenny

Sereni: «Non bastano spiegazioni superficiali. Serve analisi approfondita»

Intanto un altro pezzo da novanta del Pd come Marina Sereni, nella sgeretria nazionale da responsabile di enti locali e autonomie, dice la sua sul voto. Via social. «L’esito del primo turno a Terni non è stato quello che speravamo. Voglio ringraziare Josè Maria Kenny per essersi messo a disposizione di una battaglia culturale e politica che ha rimesso in moto un pezzo importante delle forze progressiste e riformatrici della città. Con lui – scrive la Sereni – voglio ringraziare tutti i candidati e le candidate e tutti coloro che ci hanno sostenuto nella campagna elettorale. Non è stato sufficiente ma è stato positivo aver portato nel dibattito cittadino i temi della lotta alle diseguaglianze, del diritto alla salute, della libertà femminile, del lavoro e della conversione ecologica. Questi contenuti dovranno essere alla base della nostra opposizione, vedremo dopo il ballottaggio a quale sindaco e a quale maggioranza». Poi la riflessione ‘interna’ che guarda già al confronto, più o meno imminente: «Come Pd, a livello locale, regionale e nazionale, dovremo analizzare con serietà questo risultato che ci consegna la foto di una città di cui non abbiamo colto pienamente il malessere sociale e il disorientamento. Si tratta di una sconfitta che non si può archiviare con un’alzata di spalle o con spiegazioni superficiali. Mi auguro una discussione approfondita e rigorosa da cui far scaturire, tutti insieme, anche i cambiamenti necessari per tornare ad essere, agli occhi di chi vive, studia, lavora a Terni, un’alternativa autorevole e credibile alla destra e al populismo».

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