
Sono servite a ben poco le manifestazioni di piazza, gli ultimatum e le polemiche politiche. Al termine della conferenza dei servizi in programma per venerdì, infatti, sono stati raccolti tutti i pareri necessari necessari per dare il via libero al progetto di ampliamento della discarica presentato da Acea.
La conferenza Scaduti i dieci giorni di tempo che aveva chiesto, la Soprintendenza ha formalmente avallato – a differenza di quanto aveva fatto nel 2015 il soprintendente Gizzi – il progetto chiedendo alcune prescrizioni e limitazioni. Non è servita neanche la lettera con cui l’associazione Italia Nostra, per bocca del suo presidente della sezione orvietana Lucio Riccetti, chiedeva al Mibact un pronunciamento del Consiglio superiore dei beni culturali dal momento che, neanche tre anni fa, l’allora reggente della Soprintendenza dichiarava l’impossibilità di procedere a qualsiasi ampliamento, anche futuro, della discarica.

La Regione Il parere, dunque, è stato superato e ora la palla passa alla Regione che dovrà fare i conti, da un punto di vista politico, con il ‘no’ espresso in modo unanime dal consiglio comunale di Orvieto e anche dal sindaco Giuseppe Germani che, nei giorni scorsi, ha inviato in Regione i documenti con i quali il comune esprime una posizione di totale contrarietà rispetto all’ampliamento.
Soprintendenza L’orientamento della soprintendente Marica Mercalli, da tempo noto anche alle associazioni ambientaliste, prevederebbe in ogni caso limitazioni stringenti di cui Acea dovrà tener conto per la sopraelevazione del secondo calanco. L’innalzamento non potrà essere visibile al di sopra del profilo della collina e molto probabilmente saranno necessari degli interventi per mitigare l’impatto dell’impianto di compostaggio già presente.
Ricorso al Tar Persa la battaglia squisitamente politica le associazioni incassano il colpo e ora, dichiarano, proveranno a spostare la questione su un piano giuridico. A partire da Italia Nostra, il cui presidente Lucio Riccetti assicura che è già pronto il ricorso al Tar. Oltre al ricorso, però, serve più tempo e servirebbe anche una sospensiva del progetto, una volta incassato l’ok scontato della Regione, che acquisirebbe un diverso peso qualora sia lo stesso comune a voler proporre un ricorso in via amministrativa. E’ questo l’orientamento anche di Amici della Terra che da giorni sta portando avanti un serrato confronto con tutte le forze politiche in vista, e questa è la speranza, di incassare anche il parere favorevole del sindaco.

Battaglia politica A propendere per questa opzione ci sarebbe anche una parte del Partito democratico, la stessa che aveva manifestato sotto al comune assieme a tutte le altre forze politiche durante la manifestazione che qualche sabato fa aveva riempito piazza della Repubblica a Orvieto in nome di un sentimento comune di difesa del territorio, del turismo, delle imprese che lavorano e in nome anche di un campanilismo che vede opporsi la comunità orvietana alla soluzione prospettata dalla Regione per evitare l’emergenza rifiuti in ambito regionale.