Area di crisi: la politica in ordine sparso

Dopo l’annuncio dell’avvio della procedura, i partiti si dividono

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L’avvio del procedimento che porterà alla richiesta del riconoscimento di ‘area di crisi industriale complessa’, per Terni e Narni – ma anche per San Gemini e Stroncone, secondo quanto detto dalla presidente della Regione – ha provocato, ma era ampiamente prevedibile, reazioni diverse.

Cecconi Il rappresentante di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Marco Cecconi, dice che «nell’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale nel settembre scorso, lo strumento dell’area di crisi complessa, ipotizzato come eventuale, era subordinato – testuale – ad un preventivo ‘confronto con il governo’: ma non risulta che questo confronto finora ci sia mai stato».

I dubbi Per quanto riguarda Terni, insiste Cecconi, «sempre in quel documento si indicava testualmente come presupposto del riconoscimento dell’area di crisi complessa ‘l’inadeguatezza del piano industriale Tk-Ast presentato a luglio’. Dopo la firma dell’accordo del 3 dicembre scorso, le cose stanno ancora così? E allora come si spiegano i giudizi, di tenore opposto, che le istituzioni locali, Regione in testa – cofirmatari di quell’accordo – hanno sempre dato di quell’accordo romano? Come si spiegano i quasi 7 milioni di euro che, proprio in questi giorni, la Regione ha annunciato di aver messo a disposizione per dare attuazione a quell’accordo?»

«Aiuti di Stato» Oltre ai progetti, «per finanziare i quali sarebbero state stanziate – dice Cecconi – queste ingenti risorse (ricollocamento dei dipendenti dell’indotto che hanno perso il posto, risanamento ambientale); ed oltre alle risorse pubbliche che, ha assicurato Di Girolamo, sarebbero già disponibili per le infrastrutture a cominciare dal completamento della Orte-Civitavecchia; quali altri progetti concreti sono stati messi insieme dalla Regione in questi mesi per chiedere, con il riconoscimento dell’area di crisi complessa, aiuti di Stato? Riuscirà la Regione a fare in pochi giorni (di qui al blocco imposto dalle imminenti elezioni) quello che, da settembre ad ora, non ha fatto o non ha voluto fare? Riuscirà ad avanzare al ministero dello sviluppo economico, come prevede la legge, una proposta completa e credibile?»

No annunciato Queste sono le domande, conclude Marco Cecconi, «le domande che abbiamo posto alla presidente Marini: le stesse domande che avrebbe posto qualunque cittadino di buon senso, estraneo ai riti della politica. In assenza di risposte concrete e convincenti, il nostro ‘no’ a soluzioni contraddittorie e pasticciate – nient’altro che uno spot elettorale per ottenere un po’ di prebende di Stato – è, come sempre, forte e chiaro».

Crescimbeni Per Paolo Crescimbeni, del Gruppo misto, si tratta di «uno strumento pesante sui cui risultati nessuno può oggi scommettere. Altrui esperienze in proposito, vedi Piombino, erano profondamente diverse. Il nostro è un territorio ancora oggi vivo e vivace e dobbiamo tutti attivare la massima attenzione sull’accordo Ast, definito ‘ottimo’ dalle istituzioni, il cui esito realizzativo può rappresentare da solo il punto di svolta».

«Bollino nero» Crescimbeni si dice «perplesso ad accettare oggi questo bollino nero per il nostro territorio, oggi punteggiato da realtà in pieno sviluppo. È vero – dice Crescimbeni – che l’80% della nostra industria è o lavora con le multinazionali, è vero che spesso, le nostre sono aziende monoclienti, è vero che ci sono problemi finanziari, è vero che la pratica del subappalto ha superato i livelli di guardia, ma su tutto ciò si deve lavorare con la buona politica, quella che fino ad oggi è mancata e non con gli aiuti di Stato, dove la cattiva politica, per quanto formalmente esclusa, cercherà sempre di infiltrarsi, al prezzo di farci affibbiare questo bollino nero, come molti chiamano la dichiarazione di area di crisi complessa».

M5S Il consiglio comunale congiunto e aperto, recirimina il Movimento 5 Stelle «è frutto di una richiesta del nostro gruppo consiliare, ma né il sindaco né il presidente Mascio lo hanno ricordato. La richiesta depositata in corso di seduta il 2 febbraio 2015 richiedeva la convocazione degli ‘stati generali dell’industria e della piccola e media impresa. La maggioranza ha scelto di cogliere questa occasione come occasione di propaganda anche se a più di sei mesi dal l’approvazione ancora nulla è stato fatto fino ad oggi».

Il giudizio I consiglieri comunali del M5S spiegano: «Dal canto nostro crediamo che alcuni degli interventi delle forze economiche e sociali siano stati in parte produttivi e interessanti, nonostante questo crediamo che servano soggetti preparati e capaci di cogliere questa nuova occasione di sviluppo, affinché non si compiano oggi gli stessi errori del passato e che sappiano dare quella nuova visione necessaria a ridisegnare il futuro del nostro territorio. Ci duole constatare come le associazioni ambientaliste siano state tenute fuori nonostante fossero presenti nella nostre richieste, in quanto la sostenibilità ambientale delle aziende rappresenta in se una nuova componente dello sviluppo economico».

Sel Narni e Sinistra per Terni Nel momento in cui la Regione dell’Umbria, insieme ai comuni di Terni e Narni, dicono in una nota congiunta Sel di Narni e Sinistra per Terni, «decidono finalmente di attivare l’iter per il riconoscimento dell’area di crisi complessa, dal piano complessivo dovrà emergere un punto ineludibile: l’uscita del territorio dall’emergenza ambientale, considerando tale operazione come grande opportunità economica ed occupazionale».

L’ambiente Secondo loro, pero, «è necessario partire dalla priorità ambientale, quindi bonificare le aree della discarica dell’Ast, l’area Narni 1 all’interno della proprietà dell’Elettrocarbonium, l’area della ex Adica di Nera Montoro, per le quali aree vanno subito elaborati progetti tempestivi. È assolutamente necessario partire con la realizzazione dell’impianto di trattamento delle scorie correnti e quelle depositate nelle discariche di Pentima. Chiaramente per la riuscita complessiva di tale progetto, l’acquisto delle aree di Basell diventa un prerequisito irrinunciabile, da perseguire utilizzando anche le risorse derivanti dallo status di area di crisi complessa. Al tempo stesso andrebbero avviati i progetti previsti per il trattamento dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata del territorio. Tutto questo farebbe nascere un polo di importanza nazionale per la ricerca sulle bonifiche ambientali e sul recupero della materia prima seconda e sulle bioproduzioni in una nuova collaborazione tra università di ingegneria, istituzioni, imprese, anche attraverso l’autofinanziamento del sistema».

«Atto positivo» L’approvazione dell’atto di indirizzo da parte dei consigli comunali di Terni e Narni in seduta comune, «che ho presentato anche su mandato dei gruppi di maggioranza dei due enti, rappresenta un atto positivo e l’inizio formale e sostanziale del percorso per ottenere il riconoscimento di area di crisi industriale complessa, che ha registrato la fondamentale condivisione delle associazioni di categoria, delle forze sociali e della presidente della Regione dell’Umbria». Lo dichiara il presidente del gruppo consiliare del Partito Democratico, Andrea Cavicchioli.

Requisiti richiesti «Il contesto economico ternano-narnese presenta i requisiti richiesti dalla normativa di riferimento, caratterizzati dalla crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetto sull’indotto e/o da una crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione del territorio e pertanto anche il confronto che sarà attivato con il Mise si baserà su elementi oggettivi che legittimano la richiesta dei territori interessati, per accedere all’unico sistema di incentivazione attualmente previsto dalla legislazione vigente».

Una sfida «È evidente che – secondo Cavicchioli – il percorso attivato rappresenta una sfida per tutte le componenti attive del territorio e per la loro capacità progettuale e di proposta e che lo stesso si inserisce in una collaborazione che deve essere organica e strategica fra le aree di Terni e Narni per quanto riguarda la programmazione urbanistica, la gestione dei servizi e le infrastrutture».

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