Aria e polveri sospese: sorprese e domande

Che vuol dire se il record di Pm10 in Umbria si registra vicino a Spoleto, in un posto dove non ci sono tante industrie? Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Madonna di Lugo è una frazione di Spoleto, che sta vicino a Cortaccione, a circa tre chilometri dal capoluogo. C’è una piccola area industriale: un oleificio, una torrefazione, tre o quattro officine meccaniche,  un centro commerciale, consulenti informativi e un’organizzazione di recupero crediti. Niente di devastante, in sostanza. Eppure va a Madonna di Lugo il record del 29 dicembre 2015: tra tutte le centraline dell’Arpa piazzate in Umbria è quella che ha registrato, il 29 dicembre, il massimo della concentrazione di polveri sottili: Pm10 (125 milligrammi per metro cubo di media nelle 24 ore) e Pm 2,5 (106 milligrammi).

Traffico lì ce n’è. Non tanto dei mezzi che vanno e vengono nell’area industriale, ma per la Flaminia che passa a qualche centinaio di metri. Poi, però, per quale altro motivo c’è stata, lì, questa alta concentrazione? E perché a Terni i dati peggiori per le polveri sottili sono stati registrati a via Carrara ed alle Grazie, seguite da Borgo Rivo? Da una parte c’è il fiume ed il verde, pur se solo quello lasciato da motoseghe usate con disinvoltura sui Lungonera; dall’altra – Le Grazie – c’è una forte concentrazione di verde.

Eppure da anni gli sforamenti del limite di Pm10 in queste tre centraline (sempre queste) vengono segnalati con una frequenza che fa cascare le braccia. Sì, spesso – molto spesso – si aggiungono Maratta e Prisciano, ma lì uno volendolo se lo spiega pure: da una parte l’acciaieria, dall’altra una zona industriale “aggravata” da inceneritori.

Di questi tempi lo stato preoccupante dell’aria delle città è balzato agli onori della cronaca, ma a Terni (come dalle altre parti anche se solo ora si parla tanto) si è abituati da un pezzo. Rimedi? Ci sono, anzi ci sarebbero, ma c’è da fare i conti con alcune questioni.

Pm 10 e Pm 2,5 – ormai è noto – fanno molto male alla salute: s’infilano subdolamente nelle vie respiratorie e agiscono in maniera terribile. Ad emetterle è tutto ciò che brucia, genera una fiamma, una scintilla, o che si surriscalda come le gomme delle automobili, l’asfalto, i dischi dei freni, oltre ovviamente ai tubi di scappamento. E allora? Niente fonderie, niente forni (compresi quelli per il pane), niente caldaie per il riscaldamento, niente caminetti accesi in salotto, niente di tante altre cose e tutti a piedi?

Non serve uno scienziato per individuare la cura, ma ci vogliono invece diversi scienziati per studiare come agire per il meglio, senza paralizzare ogni cosa. Al momento s’interviene – se s’interviene – con misure a “pioggia” che hanno l’effetto delle pezze calde. Forse servirebbe invece adottare provvedimenti “progressivi” e costanti mettendo le mani un po’ dappertutto:  più rigore nel controllo delle emissioni delle fabbriche e maggiori obblighi ambientali da rispettare; fare due conti con la matita copiativa per valutare vantaggi e svantaggi di uno smaltimento dei rifiuti fatto in quel modo; avviare un controllo sull’efficienza e il tipo di caldaie utilizzate nei condomini. E poi c’è il traffico.

A Terni la media di coloro che viaggiano a bordo di una vettura è di una persona virgola uno (le iperboli della statistica…): se si muovono mille persone si muovono 990 automobili. Non va bene. Sarà quindi da adottare una politica che promuova il trasporto pubblico, cosa che può accadere solo potenziandolo, rendendolo appetibile, comodo, conveniente.

Finché sarà conveniente la sosta selvaggia (troppo spesso impunita) e finché il mezzo pubblico non si segnalerà per puntualità, frequenza (e a volte savoir faire degli operatori), se non darà l’impressione che “si fa prima”, sarà difficile che diventi il più usato. La questione, su questo fronte, appare abbordabile.

Servono la volontà, un pizzico di fantasia e – nota dolente date le condizioni di bilancio di Umbria Mobilità – soldi.

Scorciatoie come le targhe alterne, o la sospensione del traffico per alcune ore sono utili, semmai, solo per l’emergenza. Oppure lo si dica chiaramente: visto che le polveri sottili s’abbattono con l’acqua, speriamo che piova.

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