Asili a Gubbio: «Tagli pesanti al personale»

«Con il cambio di appalto – denuncia la Fisascat Cisl – le lavoratrici perderanno un terzo dello stipendio. Colpa di bandi scritti senza tener conto dei rischi»

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A Gubbio cambia la gestione degli asili nido comunali e, denuncia la Fisascat Cisl Umbria, «le lavoratrici subiranno una riduzione media di un terzo del proprio stipendio, ma in molte dovranno anche subire una riduzione dell’orario di lavoro a seguito del minor importo economico posto per la gestione del servizio e per la riduzione del numero di bambini che andranno nei vari asili nido del Comune di Gubbio»

La denuncia Tutto ciò, spiega il sindacato, «è la conseguenza della mancata clausola di salvaguardia delle condizioni economiche acquisite nel tempo dalle operatrici, infatti il bando di gara per la gestione del servizio prevedeva in carico al soggetto subentrante solo ed esclusivamente l’obbligo di mantenere il personale in essere. La cooperativa Kairos che si è aggiudicata il servizio ha manifestato tutta la sua disponibilità al reimpiego del personale, ma non ha dato altre disponibilità in merito all’inquadramento in quanto non vincolata da alcuna previsione contrattuale contenuta nel bando».

«Scelta politica» Con tale operazione, insiste la Fisascat Csil, «di fatto si crea un danno economico rilevante alle operatrici e un forte svilimento delle loro professionalità, in quanto chi accetterà continuerà a svolgere lo stesso lavoro ma con una forte riduzione dello stipendio. Ancora una volta, sui servizi di welfare, nella nostra regione, si sia aperta una concorrenza di fatto basata solo ed esclusivamente sui costi del personale, che sta determinando un progressivo disconoscimento delle professionalità che da anni svolgono servizi di tutela ed assistenza ed un progressivo peggioramento delle condizioni economiche degli addetti nel settore.
Oltre a tutto ciò dobbiamo mettere in evidenza come a nostro avviso ci sia una volontà politica dietro alla produzione di questi bandi di gara che vengono prodotti in maniera seriale dalle diverse amministrazioni pubbliche, come se a scriverli sia la stessa mano, quella mano che quando scrive i bandi, con la testa si preoccupa di garantire un servizio all’utenza, ma non si pone minimamente il problema di come retribuire chi quei servizi li svolge. In pratica le amministrazioni in questo modo mantengono i loro servizi, ma chi li finanzia è chi ci lavora in quanto costretto a mantenere il lavoro a condizioni economiche sempre peggiori».

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