Ast: «Accordo di programma e piano industriale. Binomio-fantasma»

L’intervento di Daniele Lombardini, responsabile lavoro del partito in Umbria

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di Daniele Lombardini
Responsabile lavoro – Pd Umbria

Accordo di programma e piano industriale, questo il ‘binomio fantasma’ che l’Umbria sta da tempo aspettando sulla vicenda Acciai Speciali Terni. E in primo piano un’emergenza energia, che innerva tutte le realtà produttive della regione. Le questioni legate ai costi da sostenere da parte delle aziende energivore sono di competenza esclusiva dell’attuale Governo, che ha l’obbligo di trovare soluzioni in grado di sostenere le economie dei territori.

Daniele Lombardini

Nulla però appare all’orizzonte, tantomeno si ha notizia di un piano energetico nazionale in grado di garantire costi dell’energia competitivi, in linea con gli altri Paesi europei. Solo silenzio dalla destra di governo nazionale e regionale e dai suoi rappresentanti, impegnati però a tagliare importanti investimenti infrastrutturali nel centro e nel sud Italia (un esempio su tutti della loro zelante scure: il raddoppio della ferrovia Orte-Falconara).

È per questo che diventa fondamentale la capacità di coinvolgere i più importanti attori territoriali in una discussione volta a sviluppare reciproci impegni ed azioni per sostenere la produzione e il lavoro in un quadro di riconversione ambientale. A maggior ragione in un territorio, come quello ternano, collocato in un’area di crisi complessa.

Costruire quelle condizioni utili a far sedere allo stesso tavolo Enel, Arvedi-Ast, rappresentanti datoriali e sindacali dovrebbe essere il primo pensiero per le apicalità politiche alla testa delle nostre istituzioni regionali. Ragionare in modo condiviso sull’uso delle risorse di un territorio come lo sfruttamento dell’idroelettrico e sulla sua messa a leva per investimenti in nuovi progetti di sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale, può essere un elemento determinante per il miglioramento dell’economia umbra.

In una nota del dicembre scorso, la Regione Umbria annunciava il buon esito di un ‘confronto romano’ tra la presidente Tesei e i vertici di Enel e Ast, durante il quale si era discusso della creazione delle condizioni abilitanti affinché l’Ast potesse divenire un polo di riferimento per la concreta attuazione al piano industriale di decarbonizzazione, attraverso l’approvvigionamento di energia green e soluzioni sostenibili. Che fine ha fatto questa interlocuzione esclusiva? Con il silenzio, la distanza, l’ostinato – e forse interessato – surplace, c’è solo un risultato certo: l’Umbria del futuro perde la sua sfida.

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