Ast, nuove fermate nel treno a caldo

Le ha comunicate l’azienda alle rsu: «Ci sono problematiche operative e manutentive»

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di F.L.

Nuove fermate per alcuni impianti dell’Ast di Terni: le ha comunicate nel pomeriggio di martedì la direzione aziendale alle rsu, giustificandole – riferiscono queste ultime – «con diverse oggettive problematiche operative e manutentive del treno a caldo».

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Il calendario

La linea Lac2 ferma da giovedì 14 maggio alle 22 a sabato 16 alla stessa ora, Lac4 dal 13 maggio alle 14 fino al 18 alle 6. Ba3 è fermo per manutenzione del forno e ripartirà il 3 giugno alle 6, così come il laminatoio Zmill2. Zmill9 resterà fermo fino a giovedì 14 maggio alle 22. Lac10 ferma da martedì e riparte il 14 maggio alle 6. Il Centro di finitura ha uno scarico per due settimane, su alcune produzioni, che vede interessate circa sette persone a turno.

«Sempre più incertezza per il futuro»

Critica la rsu, alla quale già lunedì, insieme alle segreterie territoriali dei metalmeccanici, era stato comunicato il prolungamento della fermata di fine maggio. «Nel prendere atto di ciò – scrivono i delegati di fabbrica in un’informativa -, come rsu non riteniamo accettabile che la direzione aziendale in poche ore dia versioni diverse delle fermate, e abbiamo ribadito che in una fase fortemente complicata come questa, la continua aggiunta di elementi e situazioni destabilizzanti non aiutano a mantenere un clima sereno e tollerabile, creando sempre più incertezza per il futuro. Il tutto comunque necessita di un’ulteriore verifica con l’ufficio del personale sul personale coinvolto da tale fermo e i numeri presenti nell’accordo della cassa integrazione».

Le opposizioni in Comune: «Sindaco e presidente Regione, pavidi e inadeguati»

Assistiamo con preoccupazione all’inerzia assoluta delle istituzioni locali dinanzi al blocco della produzione di Ast a pochi giorni dell’apertura forzata dello stabilimento in pieno lockdown». Lo dichiarano in una nota congiunta i gruppi consiliari di Senso Civico, Pd, M5s e Terni Immagina. «Neanche poco tempo fa il sindaco di Terni si vantava del cambiamento del rapporto fra istituzioni locali e multinazionali. A noi pare – proseguono i quattro gruppi consiliari – che questo territorio continui a subire in modo passivo qualsiasi decisione che arrivi da viale Brin senza mai mettere in conto gli interessi della città e dei lavoratori. Una timidezza e pavidità politica senza precedenti, di cui già i ternani hanno avuto prova nella fase della riapertura dello stabilimento dopo la sospensione della produzione per l’emergenza Covid-19. In quell’occasione il sindaco di Terni e la presidente della Regione Umbria sono stati assolutamente assenti su ogni fronte, giocando, soprattutto il primo, ad uno scaricabarile pericoloso sulle spalle della città. In una fase così complicata, sindaco e presidente di Regione risultano completamente inadeguati – affermano i consiglieri di opposizione – mentre proprio loro avrebbero il dovere di raccordarsi con le istituzioni nazionali al fine di cercare soluzioni per condurre la fabbrica verso nuove opportunità. Chiediamo alle rappresentanze parlamentari di attivarsi per capire quale futuro potrà avere Ast in ThyssenKrupp nel settore degli acciai speciali quale unico produttore del gruppo e come le perdite annunciate potranno essere gestite in una multinazionale orientata a rimettere ordine sul piano finanziario. Ci associamo alle preoccupazioni espresse unitariamente da tutte le sigle sindacali e riteniamo che i giorni di fermata dovrebbero essere utili a ripensare la fabbrica, dall’organizzazione del lavoro ai cicli produttivi, fino alla riconversione sostenibile dei prodotti e delle produzioni. Siamo vicini – concludono i gruppi di Pd, Senso Civico, M5s e Terni Immagina – ai lavoratori e alle lavoratrici dello stabilimento e alle loro famiglie in questo momento di forte preoccupazione».

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