Un’attività ispettiva che va avanti «da qualche settimana», condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Perugia, coordinati dal capitano Francesco Motta, e da Arpa Umbria. Sotto la lente, le acciaierie di Terni e gli aspetti ambientali a 360 gradi: emissioni, scarichi, gestione delle scorie, attuazione delle imposizioni previste sugli impianti di viale Brin.
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Gli ultimi episodi
Nel ‘calderone’ dell’indagine – attuata non su delega dell’autorità giudiziaria ma su iniziativa dello stesso Noe – ci sono finite anche le ultime due ‘criticità’ emerse all’attenzione dell’opinione pubblica: la presenza di acque fortemente inquinante nel sottosuolo di Ast e le emissioni ‘rosse’ registrate domenica pomeriggio in acciaieria, ben visibili – con tanto di video esterni ed interni all’azienda – nella zona est della città e oggetto di nette prese di posizione da parte di Comune, sindacati e soggetti politici.
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«Non si segnalano criticità»
«La nostra attività ispettiva – spiega il capitano Motta – prescinde da ciò che è accaduto domenica, ma chiaramente anche questo fatto è già alla nostra attenzione. Si tratta di un evento episodico, a cui non hanno fatto seguito criticità ambientali nelle rilevazioni delle centraline più prossime allo stabilimento di Terni, del quale però la stessa azienda non ha saputo fornire al momento una spiegazione. Anche per questo sarà interessante capire cosa è accaduto».
Relazione alla procura «solo se individueremo reati»
Le analisi dei militari del Noe riguardano tanto gli aspetti documentali e autorizzativi a cui Ast è sottoposta, quanto i dati tecnici relativi ad emissioni e scarichi, accompagnati da campionamenti eseguiti con Arpa Umbria. «Quando terminerà il nostro lavoro? Non possiamo dirlo con certezza perché l’accertamento riguarda una realtà complessa e serve del tempo per poter analizzare tutto ciò che vogliamo verificare. Se relazioneremo alla procura? Ciò avverrà solo nel caso in cui riscontreremo aspetti di rilevanza penale».
