Ast, stop area a caldo fino a venerdì

La comunicazione dell’azienda dopo la raffica di certificati medici, turni ridotti a Lac

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di F.L.

Martedì mattina sarebbe dovuta riprendere l’attività in tutto lo stabilimento Ast – dopo le 48 di sciopero proclamate dai sindacati, lo stop di altri due giorni concordato con l’azienda e una giornata di formazione sul Covid-19 ò invece l’area a caldo (e non solo quella) continuerà ad essere ferma: lunedì sera la direzione aziendale ha infatti comunicato alle rsu che, a causa dei numerosi certificati medici giunti da parte dei lavoratori, non è in grado di formare le squadre per il reparto Acc, che pertanto resta fermo per tutti e tre i turni. Nel pomeriggio la notizia che lo stesso reparto rimarrà fermo fino a venerdì.

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Verifiche sugli altri reparti

Ufficiosamente il numero dei certificati è compreso tra i 250 e i 300, ma potrebbe essere destinato a crescere. Per le altre aree dello stabilimento la ripartenza era prevista alle 6 di mattina, sempre di martedì, ma si sono registrati ritardi (a Lac) e ulteriori stop anche di alcune linee dell’area a freddo. Il quadro della situazione è tenuto sotto osservazione da parte delle rsu, impegnate sempre martedì mattina in sopralluoghi con rappresentanti aziendali ed Usl per verificare che siano «garantite tutte le condizioni idonee» a tutela dei lavoratori in difesa dal coronavirus. Condizioni contenute nel verbale di riunione firmato nella notte tra sabato e domenica, che prevede una serie di prescrizioni e disposizioni per garantire la sicurezza dei lavoratori contro il contagio da Covid-19. Ma la risposta dei lavoratori, preoccupati per la loro salute e delle famiglie, è chiara.

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L’aggiornamento del pomeriggio di martedì

Nel pomeriggio di martedì la direzione aziendale ha convocato i segretari provinciali per per comunicare che il reparto Acc si fermerà fino a venerdì 20. Nella giornata di giovedi ci saranno ulteriori valutazioni. Lac, in base ai volumi e persone attuali, marcerà a due turni. I lavoratori sospesi saranno coperti con le stesse modalità dei giorni scorsi (permesso retribuito).

L’aggiornamento di mercoledì, altri certificati

«Al termine dell’ispezione effettuata dagli ispettori della Usl, nei reparti Pix1, Sdf, magazzino ferro leghe, movimento e negli spogliatoi – fanno sapere le rsu -, gli stessi hanno prodotto un verbale i cui termini sostanzialmente non vanno oltre ad un richiamo all’azienda nel migliorare ulteriormente in termini di sanificazione e pulizia, nel garantire al massimo la distanza del metro, nel garantire il non affollamento nei box ristoro e nel fornire mascherine anche al terzo addetto dell’area laminazione. Dobbiamo pertanto, vigilare insieme sulla corretta e reale adempienza da parte dell’azienda, in assenza della quale, come definito nel verbale di riunione del 15 marzo possiamo rivendicare il fermo delle attività produttive interessate. Siamo stati inoltre informati che il treno a caldo nella giornata odierna (mercoledì, ndr), causa buoni di malattia, resterà fermo oltre al turno di notte già comunicato, anche il secondo turno e i lavoratori saranno coperti con aspettativa retribuita».

La lettera della moglie dell’operaio

Riceviamo e pubblichiamo: «Caro sindaco, chi le scrive è la moglie di un operaio dell’Ast. Vorrei capire dopo tutti i sopralluoghi che hanno fatto, confermando che non ci sono le condizioni idonee a lavorare, cosa stiamo aspettando per chiudere? Io a casa ho un figlio piccolo e sinceramente mi terrorizza il pensiero che mio marito possa essere contagiato e quindi quando torna a casa dal lavoro trattarlo come se lo fosse, non potendolo avvicinare ne io né il bambino,per la troppa paura. È normale tutto ciò? È un bene primario l’acciaio? Prenda la situazione in mano e se fino adesso si è detto di tenere aperto solo il necessario, perché non fare così? Ci lavorano 3 mila persone circa in acciaieria, io sono molto sgomenta di questa situazione».

Consiglieri Pd incalzano il sindaco

Intanto i consiglieri comunali Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis (Pd) interrogano il sindaco sul tema della tutela dei lavoratori Ast. «Visto che la rsu di Ast, dopo i vari sopralluoghi effettuati, segnala ancora numerosi elementi di carenza relativi alle protezioni personali, alla informazione e formazione relativa al Covid-19 giudicata insufficiente, alla sanificazione e igienizzazione dei diversi ambienti ancora inadeguata, causando ancora forte preoccupazione tra i lavoratori, chiediamo al sindaco di Terni di attivarsi con urgenza presso le strutture deputate ai controlli perché venga rispettato quanto previsto dal decreto del Governo nella sua applicazione a livello territoriale. La preoccupazione non investe solo i lavoratori e lavoratrici impegnati nel sito Ast ma l’intera comunità cittadina».

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