Autorizzazioni ‘ok’, se uno paga. Funzionario della Regione indagato

Perugia – Chiuse le indagini preliminari sugli episodi di corruzione contestati da Finanza e procura della Repubblica

Condividi questo articolo su

Un funzionario della Regione Umbria, Federico Bazzurro, è indagato – la procura della Repubblica di Perugia ha concluso le indagini preliminari e notificato il relativo avviso – per il reato di corruzione. La materia del contendere è il rilascio di autorizzazioni ambientali. «Il funzionario – spiega l’autorità giudiziaria in una nota – in cambio di utilità varie corrisposte da imprese operanti nel settore estrattivo delle cave, avrebbe agevolato l’iter amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni ambientali».

Gli arresti dell’aprile 2021

«Gli accertamenti iniziali – prosegue la nota – effettuati dal Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale dei carabinieri di Perugia, grazie al supporto anche di intercettazioni telefoniche, nell’aprile del 2021 avevano portato all’arresto in flagranza del funzionario pubblico e di un’imprenditrice (Marianna Marinelli, ndR), colti nel momento della dazione di denaro (3 mila euro in banconote di vario taglio)». Il funzionario, sentito dal pubblico ministero titolare dell’indagine, «aveva sostanzialmente ammesso di aver percepito un’illecita remunerazione per aver istruito e facilitato le procedure per il rilascio della prescritta autorizzazione nei confronti di un’impresa perugina».

Il ‘sistema’ del facilitatore

«Le successive indagini sono state delegate ai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Perugia che, attraverso la puntuale ricostruzione dei rapporti economici e dei flussi finanziari effettuata sulla base della copiosa documentazione informatica e cartacea rinvenuta in sede di perquisizione e acquisita nel corso delle attività investigative, hanno ricostruito il modus operandi con cui il dipendente pubblico avrebbe messo stabilmente a disposizione di soggetti privati la sua funzione e i suoi poteri. Nel dettaglio – osserva la procura diretta da Raffaele Cantone – il funzionario regionale, da una parte avrebbe garantito ai privati il proprio apporto professionale per la redazione degli atti tecnico-progettuali, dall’altra, come ‘istruttore’ dei conseguenti procedimenti amministrativi incardinati presso il ‘Servizio sostenibilità ambientali, valutazione e autorizzazioni ambientali’ della Regione Umbria, avrebbe consentito agli stessi di concludere favorevolmente e in tempi rapidi i procedimenti amministrativi avviati».

Il ‘sistema’ e le aziende nei guai

«Le illecite dazioni di volta in volta pattuite e quantificate, nel periodo dal 2014 al 2021, in oltre 100 mila euro, sarebbero state riscosse attraverso il pagamento, da parte di beneficiari delle prestazioni, di fatture per operazioni inesistenti emesse da una società di ricerca, formalmente amministrata dalla moglie del funzionario ma di fatto riconducibile al dipendente pubblico, in relazione a fittizie prestazioni per la fornitura di documentazione tecnica e cartografie. Gli elementi raccolti – conclude l’autorità giudiziaria – hanno anche consentito di identificare ulteriori soggetti che avrebbero concorso nell’attività e a cui sono stati contestati, a vario titolo, i reati di corruzione e reati fiscali. Avendo inoltre riscontrato l’assenza o l’inefficacia di modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire le condotte corruttive, a sei aziende sono state contestate le ipotesi di illecito amministrativo dipendente da reato».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli