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Home » Bomba a Banca Etruria: «Atto intimidatorio»

Bomba a Banca Etruria: «Atto intimidatorio»

di Lucina Paternesi
8 Gennaio 2016
in Attualità, Cronaca, Dal territorio
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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L.P.

Un tranquillo giovedì mattina, dopo la ripresa dalle vacanze natalizie, si è trasformato in un vero e proprio incubo per gli abitanti di via Manzoni, a Ponte San Giovanni, primissima periferia perugina. Attimi di panico e terrore per i dipendenti della filiale di Banca Etruria che, entrando a lavoro, hanno notato uno strano pacco davanti all’ingresso.

perugia bomba banca1L’ordigno Una busta di plastica, da cui fuoriuscivano dei fili elettrici. I dipendenti non si sono fidati e hanno subito avvisato i carabinieri che sono intervenuti sul posto con gli artificieri. Bloccata la strada le forze dell’ordine hanno notato che all’interno della busta c’era un vero e proprio ordigno rudimentale, contenente chiodi arrugginiti, polvere fertilizzante e pile per l’innesco. Materiali che, secondo i primi accertamenti, potevano provocare almeno una fiammata. Per motivi di sicurezza, come hanno spiegato i carabinieri, l’ordigno è stato fatto brillare direttamente sul posto da parte degli artificieri.

perugia bomba bancaLe indagini E intanto dalla Procura fanno sapere che al momento nessuno risulta indagato. A coordinare le indagini è il procuratore Luigi De Ficchy che è in attesa di ricevere i primi atti ufficiali da parte degli investigatori. Da stabilire, ancora, se e quanti danni fosse in grado di produrre l’ordigno. In base agli accertamenti verrà stabilito quale reato contestare, al momento si valuta la possibile violazione della legge sulle armi.

‘Salva-banche’ Un’azione dimostrativa, dunque, almeno secondo i primi riscontri. Ma le indagini dei carabinieri ora proseguono per capire chi ha lasciato l’ordigno, forse nel cuore della notte, e al vaglio ci sarebbero anche le immagini di sorveglianza della zona. Sconvolti i dipendenti della filiale perugina di Banca Etruria, al centro delle polemiche dopo che il decreto Salva-Banche, approvato lo scorso novembre, ha fatto sparire oltre 800 milioni di euro a circa 130 mila azionisti di Banca Etruria, Banca Marche, Cari Ferrara e CariChieti. I risparmiatori umbri colpiti sarebbero circa duemila secondo le stime dell’Adoc Umbria.

Allarme bomba Banca Etruria, Ponte San Giovanni - 7 gennaio 2016 (2)Reazioni Tra i dipendenti serpeggia molto malumore, oltre che spavento per il gesto. «Come ci sentiamo? Fino a prova contraria non è un delitto lavorare qui. Se l’accaduto dipendesse dalle problematiche e dalle polemiche che hanno coinvolto l’istituto negli ultimi tempi, lo vedranno gli inquirenti. Non è colpa nostra – dice uno di loro – non possiamo andarci di mezzo noi». E intanto una dura condanna per quanto accaduto arriva dall’associazione Vittime del Salva Banche che, in una nota, precisa: «Apprendiamo dagli organi di stampa la notizia di un pacco bomba rudimentale davanti alla filiale di Banca Etruria a Ponte S. Giovanni (Pg). Qualora tale episodio fosse accertato, condanniamo con determinazione tale gesto e qualsiasi altra forma di protesta criminosa. La nostra protesta continuerà nella legalità e nel rispetto delle regole che ci ha sempre contraddistinto».

Associazioni Per Federconsumatori e Adusbef, «la rabbia deve essere incanalata nelle giuste forme di contestazione. Va condannata senza se e senza ma ogni forma di violenza. Le nostre proteste, che ci vedranno in piazza davanti alla Consob il 12 gennaio alle 10 per richiamare l’Autorità alle sue responsabilità aggiungono i consumatori – sono sempre promosse nel massimo rispetto della legalità, con tutti gli strumenti pacifici della protesta civile». «Invitiamo i cittadini ad aderire alla protesta pacifica e democratica e di abbandonare ogni intento dettato dalla rabbia, che non porta ad alcun risultato, anzi si rivela controproducente e dannoso», dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef

Dura condanna «Un atto gravissimo e inquietante» anche per il deputato umbro del Pd Walter Verini, per il quale «c’è chi vuole speculare sulle disgrazie e sulla rabbia della gente anche con atti che avrebbero potuto avere pesanti conseguenze». «Pur trattandosi di un ordigno rudimentale – sottolinea Verini in una nota – tuttavia si tratta di un episodio preoccupante per il valore simbolico che il gesto stesso acquista in un momento di confusione e di perdite economiche da parte di persone ora in sofferenza, su cui Governo e Parlamento sono impegnati a trovare soluzioni. Quanto accaduto va fortemente condannato e isolato. Siamo fiduciosi – conclude Verini – che i carabinieri faranno al più presto luce sull’episodio». Un atto intimidatorio «di inaudita gravità»: così anche il vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, che in una nota della Giunta afferma: «Non è con azioni criminose e vili come questa che si dà supporto a quanti stanno in questo momento vivendo situazioni di difficoltà’ legate a perdite di carattere economico. Quanto accaduto oggi alla periferia di Perugia desta preoccupazione e rappresenta un fatto gravissimo, lontano dalla cultura civile dell’Umbria».

Uilca Umbria «L’ordigno rinvenuto oggi rappresenta l’ultimo tassello di una vicenda la cui gravità sta crescendo di giorno in giorno e nella quale a farne le spese rischia di essere solo il personale dipendente degli istituti di credito oggetto dei recenti provvedimenti di risoluzione», scrive in una nota il segretario generale Uilca Umbria, Luciano Marini. «Pur di fronte ad un atto gravissimo e privo di qualsivoglia giustificazione, ribadiamo il nostro pensiero rispetto al fatto che i gravi errori gestionali che hanno condotto la vicenda alle sue estreme conseguenze, vanno a nostro avviso ricondotti al management delle banche e non certo al personale dipendente chiamato a gestire una situazione da esso non provocata né voluta».

Elevare il livello di vigilanza La Uilca aziendale, si legge ancora nella nota, «è anche la sigla che in perfetta solitudine, già dal 2012, aveva denunciato sui tavoli aziendali le gravi problematiche che stavano sorgendo all’interno della banca e che chiese una discontinuità per i ruoli dirigenziali delle figure più direttamente coinvolte. Il personale dipendente è il primo ad essere stato danneggiato, in quanto molti colleghi e le rispettive famiglie avevano sottoscritto proprio quei titoli andati in default. Stante la gravità degli accadimenti odierni, la Uilca dell’Umbria chiede con forza che al personale di Banca Etruria venga assicurato il massimo livello di tutela legale da parte della banca, che dovrà sostenere interamente anche gli eventuali e relativi oneri». La Uilca dell’Umbria si augura che «il grave episodio del pacco bomba odierno rimanga un caso pur sempre isolato, ma ritiene necessario fin da subito elevare precauzionalmente il livello di vigilanza nei confronti degli istituti di credito operanti nel territorio regionale, sia da parte delle forze di polizia che delle autorità prefettizie di Perugia e Terni».

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