Bombardamenti, Terni onora le vittime ma ci scappa la polemica

Una cerimonia toccante, per il Pd «rovinata da simpatizzanti di CasaPound che hanno apposto una corona sul monumento delle vittime»

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di Fra.Tor.

10 tocchi del campanone del ‘700 e 29 tocchi della campana grande dal campanile di San Francesco, alle 10.29 di mercoledì hanno ricordato l’ora della prima devastante incursione aerea su Terni dell’11 agosto 1943. In via Lanzi, di fronte al monumento dedicato alle oltre mille vittime ternane dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, si è svolta una breve cerimonia con la partecipazione delle autorità cittadine (nel rispetto delle norme anti-Covid).

I tocchi delle campane

Terni ricorda così le sue oltre mille vittime per i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Per la prima volta, su iniziativa di don Guido Tessa, salesiano e parroco-rettore del santuario di San Francesco, dal campanile della chiesa sono stati suonati 10 tocchi dal campanone, fuso nel 1751 da Martino e Ambrogio d’Ettore di Spoltore e altri 29 tocchi dalla campana grande fusa nel 2009 dalla Capanni di Reggio Emilia, nel ricordo delle vittime e dell’orario dell’incursione.

La chiesa di San Francesco

La chiesa di San Francesco è luogo simbolo dei primi bombardamenti aerei alleati che arrecarono gravi danni alla struttura; alcune bombe colpirono il cappellone di Sant’Antonio che crollò per buona parte; altre bombe caddero nella zona del transetto causando il crollo di due volte a crociera. Come racconta don Guglielmo Bonacelli, un ordigno inesploso fu ritrovato tra le macerie di fronte all’altare maggiore su cui svettava la statua della Madonna ausiliatrice e fu disinnescato dagli artificieri della Terni. Come ex voto per tale mancato pericolo – la sua esplosione infatti avrebbe causato anche seri danni all’intera struttura absidale e alla torre – venne fatta fondere una campana ancora in funzione.

Il monologo di Stefano de Majo e le parole del sindaco Latini

Subito dopo la cerimonia, al termine dei rintocchi, l’attore Stefano De Majo ha recitato alcuni brani tratti da ‘Blink, il lampo, l’istante e l’eterno’, il suo monologo dedicato ai bombardamenti su Terni, per ricordare il drammatico periodo della guerra. «Ci sono giorni che fanno sentire forte il monito della storia sulle comunità e l’11 agosto per Terni è uno di questi giorni», ha detto il sindaco di Terni Leonardo Latini. «Commemorare l’11 agosto significa riportare la mente e la memoria ad una fase drammatica della storia cittadina ed è sempre con grande emozione che ci ritroviamo davanti a questo monumento a leggere i nomi dei tanti ternani che morirono, innocenti, sotto le bombe. Tutto ciò è un monito nei confronti dell’orrore della guerra che deve restare scolpito nell’animo di tutti noi e, allo stesso tempo, vorremmo fosse un momento fondante della nostra comunità nel quale ricordare la nostra storia, come la storia di tutti, senza letture ideologiche, per sviluppare sempre di più un’identità condivisa che ci consenta di affrontare con orgoglio il futuro».

Il Pd Terni e il drappello di CasaPound

«Questa mattina eravamo in via Lanzi per la commemorazione, particolarmente suggestiva, accompagnata dai rintocchi delle campane di San Francesco e dal monologo del bravissimo Stefano de Majo», si legge in una nota del Pd Terni. «Favorevolmente abbiamo preso la presenza del sindaco Latini che, sebbene si sia lanciato in un intervento di quelli buoni per ogni occasione, almeno c’era al fianco dell’Anpi, nonostante l’afa di agosto sia molto più soffocante rispetto a quella del 13 giugno. Ci tiene dunque il sindaco a ricordare l’inizio dei bombardamenti, ma non la liberazione dal nazifascismo. Confideremmo che per il quarto anno di mandato si sentirà più a suo agio nelle vesti istituzionali e con un po’ di impegno riuscirà a imbastire un piccolo intervento anche per il 13 giugno, ma il bruttissimo accadimento alla fine della cerimonia, alla presenza dello stesso sindaco, ci fa purtroppo pensare il contrario. Un drappello di simpatizzanti fascisti di CasaPound ha apposto una corona sul monumento delle vittime dei bombardamenti di una guerra causata dai nazisti e dai loro alleati fascisti. Un pugno nello stomaco su una ferita ancora sanguinante, su cui il primo cittadino non ha ritenuto di dover intervenire, sentendosi evidentemente poco coinvolto».

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