Bonus facciate: la Finanza sequestra oltre 9 milioni di euro

Perugia – L’indagine coinvolge tre società e altrettante persone fisiche

Condividi questo articolo su

Un maxi sequestro di nove milioni di euro nei confronti di tre società ed altrettante persone fisiche: è stato eseguito dai finanzieri del nucleo di polizia economica finanziaria di Perugia, su ordine del gip di Perugia che ha accolto la richiesta avanzata dalla procura guidata da Raffaele Cantone, in merito ad una indagine sul cosiddetto ‘bonus facciate’, l’agevolazione fiscale introdotta dal governo per rilanciare l’economia e consistente nella detrazione d’imposta delle spese sostenute per interventi finalizzati al recupero o restauro degli esterni degli edifici.

Il contesto

«L’operazione – spiega la procura di Perugia in una nota – trae origine dall’attività di analisi condotta dai finanzieri, finalizzata a contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nei circuiti dell’economia legale, nonché l’accesso abusivo e l’utilizzo distorto delle misure agevolative previste dalla legislazione emergenziale, sotto forma di crediti di imposta cedibili a terzi – originariamente,senza limitazione alcuna, attraverso una piattaforma informatica predisposta dall’Agenzia delle Entrate – e utilizzabili in compensazione per l’assolvimento di debiti tributari, mediante modello F24, o rnonetizzabili presso banche ed altri intermediari finanziari».

Il ‘sistema’

«In tale contesto – osserva l’autorità giudiziaria – è emersa in particolare la posizione di una società operante nei settore delle costruzioni, con sede legale a Perugia ma riconducibile a soggetti di origine campana, che avrebbe acquisito la titolarità di crediti artificiosamente creati, in parte ancora presenti nel proprio cassetto fiscale e in parte ceduti a soggetti terzi o ad intermediari finanziari, e quindi monetizzati. Le evidenti incongruenze fiscali, economiche e finanziarie, in capo tanto ai soggetti che hanno generato i crediti quanto alla società cessionaria risultata priva della benché minima struttura aziendale e di reale operatività, unitamente alle anomalie delle transazioni e dei dati inseriti nella piattaforma web di cessione dei crediti, oggetto anche di numerose segnalazioni di operazioni sospette ai sensi della normativa antiriciclaggio, sono stati ritenuti concreti e sufficienti indizi dell’esistenza di uno strutturato meccanismo fraudolento».

Il sequestro

Il giudice per le indagini preliminari di Perugia, «valutata la configurabilità delle ipotesi di reato di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e di truffa, aggravata dalle circostanze di tempo e di luogo, con riferimento alle modalità telematiche della circolazione dei crediti, tali da impedire controlli preventivi in merito alla reale genuinità degli stessi, ha disposto il sequestro preventivo ‘impeditivo’ dei crediti attualmente presenti nei cassetti fiscali dei terzi cessionari, pari a 9.241.985».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli