«Non ha alcun senso colpire i cittadini con una manovra-monstre triennale da 320 milioni di euro a fronte di uno squilbrio di 34 milioni di euro. In più questo squilibrio è più che compensabile attraverso le risorse disponibili e solo per l’anno 2024. Poi se la gestione della sanità dovesse essere all’altezza, tutto da verificare con questa giunta, potremmo avere addirittura un attivo già da quest’anno».
A parlare, il giorno successivo l’incontro fra i rappresentanti del centrodestra umbro e il Ministero dell’Economia e delle Finanze a Roma – presenti per il Mef i sottosegretari Lucia Albano, Sandra Savino e Federico Freni -, è il parlamentare e portavoce nazionale di Forza Italia, Raffaele Nevi. Che fa il punto sul presunto ‘buco’ della sanità umbra e sulle misure – aumento di Irpef, Irap e bollo auto – individuate dalla giunta guidata da Stefania Proietti.
«Quella emersa al Ministero – osserva Nevi – è una ‘operazione verità’ che è doveroso spiegare ai cittadini. E ciò che emerge, oltre al fatto che ci sono situazioni molto peggiori di quella umbra, è che questa giunta regionale o ha detto bugie oppure non ha compreso il meccanismo, imbastendo una manovra totalmente inutile. O utile solo a costruirsi un tesoro da spendere per sostenere il consenso».
Lo squilibrio di 34 milioni ‘certificato’ dal Ministero è, secondo Raffaele Nevi, «un dato assolutamente irrilevante rispetto ad un bilancio della sanità umbra che si attesta intorno ad 1,8 miliardi di euro. Esso deve essere ripianato ma al Ministero non interessa come. Può essere ripianato con fondi del bilancio oppure con un aumento della tassazione. Ad esempio le giunte precedenti, quella Tesei ma anche quella di centrosinistra guidata da Catiuscia Marini, hanno sempre scelto la prima strada e nessuno, da anni, si è mai permesso di aumentare le tasse in modo indiscriminato».
Ma di elementi per ritenere che «i 34 milioni siano una bella scusa per arrivare all’aumento dei tributi buttando la colpa sulla giunta Tesei», Nevi ne cita diversi. «Intanto il Governo non afferma che si debbano aumentare le tasse, come ha dichiarato la Proietti. La scelta spetta alla Regione. Intanto i 34 milioni, a differenza di quanto sostiene la giunta Prioietti, sono altra cosa rispetto al depauperamento, avvenuto nel 2013 e in parte ripianato e reso stabile dalla giunta Tesei, del fondo di dotazione delle due Usl. Una sorta di fondo di riserva in cui mancano 39 milioni di euro ma che nulla c’entrano con lo squilbrio in sanità e che possono essere ripianati con un’azione pluriennale, pagando semplcemente delle rate. Una questione del tutto indipendente dal presunto ‘rosso’ in sanità».
Ma c’è di più: «Al Mef – prosegue il portavoce nazionale di Forza Italia – è emerso con chiarezza che, grazie al buon governo del centrodestra a guida Tesei, è stato accantonato il cosiddetto fondo payback dispositivi medici (2019/2021) che per l’Umbria conta oggi 44 milioni di euro. Questa somma è utilizzabile non solo per ripianare i 34 milioni, senza aumentare le tasse, ma anche per sanare in parte il fondo di dotazione. Se a ciò aggiungiamo che nel 2025, a seguito della Finanziaria 2024, l’Umbria potrà contare su maggiori risorse dal fondo sanitario nazionale e che il primo elemento critico, la mobilità passiva dei pazienti, può essere ridotto con le giuste azioni impostate dalla giunta Tesei, abbiamo non solo un quadro di sostanziale equilbrio economico, ma anche un potenziale attivo. Altro che manovre e tasse. La giunta Proietti pensi a mettere in atto le azioni giuste, non a ‘bastonare’ gli umbri. Le risorse disponibili bastano e avanzano per sanare uno sbilanciamento di 34 milioni evidentemente ben lontano dai 320 milioni di maggiori introiti previsti in tre anni dalla manovra della Regione. Le bugie – conclude Nevi – hanno gambe cortissime».