Terni e Spoleto non ce l’hanno fatta, almeno per il 2016, ad aggiudicarsi il titolo di ‘Capitale italiana della cultura’. La commissione, presieduta da Marco Cammelli, ha deciso: tra Aquileia, Como, Ercolano, Mantova, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni, la Capitale italiana della cultura per il 2016 sarà Mantova.
La partita non è finita «Dall’incontro a Lucca, con le altre città candidate, mi era sembrato evidente l’ottimo progetto presentato da Mantova», questo il primo commento dell’assessore alla cultura del Comune di Terni, Giorgio Armillei. «L’intelligenza delle scelte è stata evidenziata dal fatto di non candidarsi solo come città d’arte, ma costruire un progetto più completo sulla città. Mantova ha ben interpretato il senso della competizione, cioè quello di premiare la città che sa investire sulla cultura. Bisogna ora capire come la giuria ha classificato i tipi di città con cui aveva a che fare. La partita non è finita. E’ terminato solo il primo tempo». Il fischio finale ci sarà il 24 gennaio 2016.
La Regione Purtroppo a poco è servito il messaggio di in bocca al lupo della presidente della Regione, Catiuscia Marini, che aveva definito la candidatura di Terni e Spoleto come «un risultato straordinario e molto importante per l’Umbria. La Regione ha, fin dall’inizio, sostenuto ed incoraggiato in maniera convinta la loro iniziativa. Comunque il grande lavoro di progettazione e di animazione socio culturale che è stato svolto in questi mesi sarà utilissimo per la nostra regione».
Ci si crede ancora Ora non si può che attendere, quindi, gennaio per la seconda sentenza e sapere quale sarà la ‘Capitale’ per il 2017. La parola chiave del progetto ternano, secondo l’assessore Armillei, «è collaborare. È stata, infatti, richiesta a tutti i soggetti del territorio, associazioni e non, il coinvolgimento attivo che è presupposto di crescita. La collaborazione, però, riguarda in primo luogo le strutture dell’amministrazione comunale; strutture di missione e non burocrazia». Per quanto riguarda Spoleto, la dirigente comunale responsabile del gruppo di lavoro, Antonella Quondam Girolamo, aveva spiegato che «quello che conta sarà comunque portare avanti un percorso di collaborazione con la città che ci permetta di attuare, al di là di quello che sarà il risultato finale, il programma».
I fondi Per ciascuna delle due città prescelte ci sarà un milione di euro, messo a disposizione dal Mibact e – cosa non trascurabile – la possibilità di non far rientrare le risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del ‘patto di stabilità’.