Caro-energia, Ugl Terni: «Produzioni a rischio stop, Regione ci convochi»

Il segretario Francescangeli chiede un incontro urgente. «A rischio medie e piccole imprese»

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di Daniele Francescangeli, segretario provinciale Ugl

Come ha denunciato il ministro Cingolani, è inaccettabile che in questo momento drammatico della guerra russo-ucraina, ci siano delle truffe e delle speculazioni sui prezzi dell’energia e dei carburanti. Il segretario generale nazionale Paolo Capone, a nome dell’Ugl, esprime pieno sostegno all’iniziativa della procura di Roma di aprire un fascicolo di indagine per fare chiarezza sulle ragioni di tali aumenti.

Lo stesso Capone ha dichiarato che è inammissibile che a pagare questi rincari siano lavoratori ed imprese. La Ugl chiede al Governo di intervenire immediatamente stabilendo un ‘Price cup’, ossia un tetto fisso ai costi energetici. Inoltre, si ribadisce ancora una volta l’importanza di sospendere accise e iva sul carburante almeno per il periodo di profonda crisi che stiamo vivendo. È fondamentale agire subito per evitare conseguenze drammatiche sotto il profilo economico e occupazionale nel nostro Paese.

In merito all’ingiustificato rincaro dei prezzi dell’energia e dei carburanti e dalle in­for­ma­ti­ve che ci giungono dal­le a­zien­de locali, teme che si possano fermare le produzioni. Come già abbiamo espresso in tutti i contesti, in un cer­to sen­so ce l’a­spet­ta­va­mo con­si­de­ra­ndo che noi per primi abbiamo da tempo denunciato la problematica della difficoltà dell’approvvigionamento delle materie prime. Oggi per pro­dur­re si con­su­ma una quo­ta ri­le­van­te di ener­gia elet­tri­ca e l’au­men­to di oltre il 120% in poco tem­po del­le bol­let­te non può che peggiorare la situazione. Non di­men­ti­chia­mo che già da alcuni giorni diverse aziende siderurgiche Italiane si stanno fermando, imprese che non si erano fer­ma­te neanche in pie­na pan­de­mia, conti­nuan­do a rifor­ni­re il mer­ca­to.

Ab­bia­mo, quin­di, il ti­mo­re che questi stop siano solo le prime avvisaglie di una lun­ga se­rie. Sap­pia­mo bene che a pa­ga­re sono sì gli im­pren­di­to­ri, ma die­tro ad essi ci sono cen­ti­na­ia di la­vo­ra­to­ri di­ret­ti e del­l’in­dot­to che ri­schia­no con­se­guen­ze ne­fa­ste se non si tro­va­no su­bi­to le so­lu­zio­ni. Inoltre riteniamo che quel­le più a ri­schio sono le me­die e pic­co­le azien­de. È as­sur­do che in un mo­men­to in cui si sta uscendo dal clou del­l’e­mer­gen­za pan­de­mi­ca e si sta­va ini­zian­do a tor­na­re a la­vo­ra­re a pieno re­gi­me ora ar­ri­va questo tsunami economico.

Voglia­mo ri­vol­ge­re un appello ai ver­ti­ci del­la Re­gio­ne Umbria, ai qua­li chie­de­re­mo un in­con­tro ur­gen­te, per­ché ci si pos­sa con­fron­ta­re per il ruolo che ci compete su come su­pe­ra­re que­sto dif­fi­ci­le mo­men­to. A no­stro av­vi­so è ar­ri­va­ta l’o­ra di ta­glia­re la bu­ro­cra­zia e fare in modo che tut­te quel­le oc­ca­sio­ni di svi­lup­po pos­sa­no con­dur­re ver­so un abbassamen­to dei co­sti, a co­min­cia­re da quel­li dell’e­ner­gia, che pos­sa­no con­sen­ti­re alle im­pre­se di con­ti­nua­re a pro­dur­re e ga­ran­ti­re la­vo­ro.

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