Carsulae, un ‘viaggio’ per scoprire la storia

Tre giorni di incontri con le scuole con il progetto ‘Approccio multidisciplinare al sito archeologico’

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Si apre venerdì 22 maggio la seconda tappa del progetto di ricerca ‘Approccio multidisciplinare al sito archeologico di Carsulae, ai fini della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale’, con il patrocinio della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Umbria e del Comune di San Gemini, finanziato dalla fondazione Carit.

Il percorso didattico Questo appuntamento si svilupperà in una tre giorni – fino a domenica 24 maggio – di incontri con le scuole da parte di esperti e ricercatori, ma anche con il pubblico dei visitatori interessati a scoprire i segreti dell’antica città di Carsulae. Il percorso didattico durerà circa un’ora e mezza e sarà gestito in collaborazione con le cooperative Actl e Alis e con la supervisione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, dell’università di Camerino e della direzione scientifica del Geolab, museo-laboratorio di scienze della Terra di San Gemini.

Divulgazione della scienza «E’ arrivato per me il momento più atteso del progetto – spiega Federico Varazi, direttore scientifico del Geolab – quello di raccontare agli altri cosa significa, oggi, essere un vero ricercatore. Credo moltissimo nella divulgazione della scienza soprattutto ai più piccoli, che sono sempre così curiosi, appassionati, reattivi e senza condizionamenti. Sono entusiasta perché il mio ruolo ruota principalmente attorno a questo aspetto, ovvero il racconto della meraviglia della scienza e la dimostrazione di quei fenomeni naturali che nel passato si sono verificati così come avviene ancora oggi».

Gli strumenti In questa tre giorni si tenterà, dunque, di spiegare ai ragazzi cosa si pensa sia accaduto a Carsulae e perché la città sia stata abbandonata nell’antichità. Verrà mostrata la vera strumentazione utilizzata nel corso degli studi, aspetto decisamente affascinante per chi non ha mai avuto a che fare con un georadar, con un drone o che non hai mai assistito ad un sondaggio.

Apprezzare il territorio «Approfondire studi e ricerche di questo tipo – continua Varazi – ritengo sia un modo efficace e completo per far conoscere ed apprezzare il proprio territorio anche a chi lo vive. Per questo abbiamo scelto di coinvolgere i ragazzi per far capire cosa sia possibile scoprire, grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie, come si svolgano queste sofisticate indagini nel sottosuolo, che influenza possa avere un tipo di terreno rispetto ad un altro, oppure cosa comporti la presenza d’acqua e di certi tipi di rocce nella conservazione di un sito archeologico così importante».

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