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Home » Cecconi: «Dieci ragioni per dire ‘no’ alle tasse di Stefania Proietti & compagni»

Cecconi: «Dieci ragioni per dire ‘no’ alle tasse di Stefania Proietti & compagni»

Il consigliere comunale di FdI dice la sua sugli incrementi proposti dalla giunta regionale alla luce del presunto 'buco' di bilancio della sanità

di Fabio Toni
26 Marzo 2025
in Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Marco Cecconi

Marco Cecconi

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di Marco Celestino Cecconi
Consigliere comunale di Fratelli d’Italia – Terni

Lo spettacolo offerto in questi giorni dalla presidente della Regione & compagni è a dir poco sconfortante. Una sequela di menzogne, mistificazioni e bugie, condite con incompetenza ed anche un pizzico di dolo (e manco poco) servito con tanto di premeditazione. Lo scopo era terrorizzare gli umbri giustificando un aumento delle tasse senza precedenti, sventolando anche la minaccia di un possibile commissariamento? Sappiamo ora che i conti sventolati erano falsi, il che basterebbe a dare la misura della vergogna e delle menzogne profuse a piene mani.

Le procedure che portano al commissariamento di una regione sono altre e ben più articolate:

  1. I conti della sanità vengono monitorati ogni tre mesi.
  2. A monitorarli sono la ragioneria dello Stato e i ministeri delle Finanze e della Salute.
  3. Oltre al monitoraggio trimestrale interviene anche la Corte dei Conti, che approva il bilancio della Regione.
  4. Nel bilancio della Regione sono compresi anche i conti attinenti alla sanità (se a qualcuno non fosse chiaro).
  5. Il bilancio viene parificato/verificato/approvato ogni anno a luglio (più o meno).
  6. Vengono verificati anche i Lea (Livelli essenziali di assistenza), cioè i servizi erogati. Sarebbe troppo facile far decadere i servizi per tenere in apparente ordine i conti e va da sé che conti e servizi sono entrambi verificati e correlati. Chi sostiene il contrario racconta fesserie e fa un errore grave e grossolano.
  7. Nel corso degli anni 2019-2024 mai nessuno di questi organi di controllo ha certificato un deficit del 5% delle risorse disponibili (prima la soglia massima ammontava al 7%).
  8. Quando e se mai venisse accertato o, peggio, fosse stato accertato il deficit, il Governo avrebbe o avrebbe avuto l’obbligo di chiedere un piano di rientro da programmare in tre anni.
  9. Se il piano di rientro non viene rispettato il Governo invia una diffida alla Regione che entro 15 giorni deve dimostrare di voler adempiere al piano di rientro. Nel caso di grave e incontrovertibile e perdurante inadempienza, il Governo può nominare un commissario.
  10. Se nessuno ha mai certificato alcunché, significa che non arriva né arriverà nessun commissario, men che meno ad aprile perché l’Umbria non ha nessun buco di bilancio. E se mai fosse, lo chiederebbero gli organi preposti e non una società privata che verrà pagata con i nostri soldi incaricata, tanto più il 25 marzo 2025 (ieri).

Nessun buco di bilancio, nessun buco a danno del sistema sanitario regionale. Solo un bilancio che ha fisiologicamente subito nel 2020 lo stress di una ‘cosuccia’ come è stato il Covid e che troppo colpevolmente qualcuno, strumentalmente, oggi dimentica. In altre parole non esiste alcuna giustificazione all’enorme e inutile aumento delle tasse annunciato dalla sinistra che oggi governa la Regione e che pagherebbero tutti gli umbri
inclusi, a partire da quelle fasce deboli, anziani, lavoratori dipendenti, piccoli artigiani, famiglie monoreddito, da sempre più esposti anche in Umbria alle scellerate iniziative di coloro che a sinistra ne hanno solo a parole preso le difese nel corso del tempo.

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