Centrale dello spaccio: condanne confermate

Terni: nell’abitazione dei tre erano stati trovati contanti, droga e anche beni donati dalla Caritas

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La squadra Mobile della questura di Terni, diretta al tempo da Francesco Petitti, li aveva smascherati per ben due volte fra il 2013 e il 2014. In tre, tutti di nazionalità nigeriana, gestivano una vera e propria centrale dello spaccio fra via Turati e via Menotti Serrati.

Gli arresti In manette c’erano finiti un 34enne, la moglie di 33 anni – madre di sette figli – e un terzo connazionale di 35 anni. In casa, oltre a circa un chilo di eroina, quasi 200 grammi di ‘coca’ e ben 40 mila euro in contanti, gli agenti avevano trovato anche abiti e altri oggetti ottenuti attraverso la Caritas, in ragione del loro presunto stato di ‘indigenza’.

Primo grado Un anno fa, davanti al gip Tordelli, la donna aveva patteggiato una pena pari a un anno di reclusione mentre il marito era stato condannato a 4 anni e 4 mesi di carcere. Il terzo membro dell’organizzazione aveva ricevuto una condanna a 2 anni e 8 mesi ed era stato rimesso in libertà.

Appello Il giudizio di secondo grado, di fronte alla corte di appello di Perugia presieduta da Giuliano Massei, si è concluso con la conferma delle condanne inflitte dal gip di Terni. Il marito della donna, sul cui capo pendevano condanne definitive per un totale di circa sei anni di carcere, avrebbe già lasciato l’Italia da tempo. Tutti gli imputati sono difesi dall’avvocato Francesco Mattiangeli del foro di Terni.

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