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Home » «Centro-sud, ora la sfida è soprattutto lì»

«Centro-sud, ora la sfida è soprattutto lì»

di Fabio Toni
23 Marzo 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Lunedì 23 marzo pomeriggio, nella consueta conferenza stampa della Protezione civile, il capo Angelo Borrelli ha fornito i dati quotidiani dell’epidemia di coronavirus in Italia: «Oggi i guariti sono stati 408 per un totale di 7.423. Le persone positive sono incrementate di 3.780, per un totale di 50.418. Di questi 26.522 sono in isolamento domiciliare e 3.204 in terapia intensiva (6% dei positivi), il resto in ospedale in reparti ordinari. Oggi purtroppo registriamo 602 nuovi deceduti». Numeri pesanti anche se prosegue il trend di lieve diminuzione iniziato domenica.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità ha spiegato che «questa è una settimana molto importante per valutare l’andamento delle nostre curve. Un’attenzione che deve farci ricordare che il grande contributo alle curve viene dalle regioni del nord e che il nostro sforzo è quello di evitare che nelle regioni del sud le curve riproducono una caratteristica che si è verificata in precedenza nel nord Italia. La scommessa di queste misure che sono state attuate è che la circolazione nel centro sud resti limitata». Circa le misure, Brusaferro ha detto che «si articolano su due gambe, la prima è quella che censiamo ogno giorno: la risposta come cura da parte degli ospedali e delle terapie intensive. C’è poi la componente domiciliare: perché la curva il prima possibile torni a scendere, il passaggio richiede le misure di distanziamento sociale che abbiamo adottato ma non può prescindere dal fatto che nuovi positivi e sospetti cessino la possibilità di trasmettere l’infezione ad altri. È la scommessa. Ciò che dobbiamo fare oggi per evitare che fra 15/20 giorni i casi siano ancora questi, è far sì che positivi e sospetti non trasmettano ad altri».

Sul tema della ‘call’ fatta dai ministeri della Salute e dell’Innovazione, Brusaferro ha detto che «mira a censire qualsiasi potenziale tecnologia che possa aiutare a supportare tale situazione. Un passaggio importante per racogliere idee e sviluppare tecnologie importanti, non solo sotto il profilo sanitario».

Quello di lunedì è stato il secondo giorno in cui il trend di positivi e decessi si è rivelato in calo: «Il tema dei trend – ha detto il presidente dell’Iis – deve essere ovviamente ancora confermato. Guardo con favore a questi ultimi dati ma non mi sento ancora di sbilanciarmi. Certamente l’effetto delle misure, visto che ciò che censiamo oggi è relativo a ciò che è avvenuto a due settimane fa, inizia a vedersi. Ne sono seguiti altre di ulteriore restrigimento e per quelle misure gli effetti dobbiamo, a mio giudizio, ancora vederli».

Tamponi di massa, Gps per controllare le persone: il monitoraggio degli asintomatici pare decisivo. «Ci troviamo in una situazione nuova – ha osservato Brusaferro – e le soluzioni sono molteplici. Tutti stiamo studiando eventuali soluzioni ed evoluzioni di ciò che stiamo facendo. Bisogna tenere da una parte la rigorosità del distanziamento sociale, rendendola sostenibile. Le soluzioni vanno contestualizzate in un paese come il nostro che ha alcuni caratteri giuridici e sociali ben precisi. Dobbiamo studiare delle forme adeguate alla nostra società. La sfida è questa e forse serve anche un po’ di ‘genio’ italiano, in termini di creatività».

Nel mondo la pandemia sta accelerando e il tema Avigan – farmaco – resta attuale: «L’Aifa è un’agenzia di altissimo profilo – ha detto il presidente dell’Iss -. Ci sono molte proposte di sperimentazioni, tutte riportate pubblicamente. Vediamo quali si dimostreranno più efficaci. Credo che senza entrare nel dettaglio del singolo farmaco, ci sono già informazioni interessanti su alcuni ipertensivi. Ma è importante sperimentare e cercare soluzioni, in questo senso l’esperienza italiana è ‘pilota’. Circa gli altri paesi europei, l’Italia si è scontrata prima con il virus e ciascuno ha la propria ‘curva’. E’ evidente che quando queste epidemie colpiscono paesi con decine di milioni di abitanti, la curva non può che crescere a livello globale. Ed è evidente che questa distanza, slittamento delle curve da paese a paese, richiama la globalità della sfida: la stessa Cina ne sta uscendo lentamente ma prevede nei prossimi mesi un appiattimento della curva. Dovrà prevedere misure per evitare che il virus torni a circolare. Dobbiamo lasciare il tempo ai nostri scienziati ed alla nostra industria di mettere a punto terapie, anticorpi, vaccini per immunizzare larga parte della popolazione mondiale».

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